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mercoledì 24 agosto 2016

ProjectB10th: 10 anni della galleria ProjectB | Inaugurazione: mercoledì 28 settembre 2016 dalle 19.00 alle 21.00, Milano

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ProjectB, Keith Tyson, Contessa, 2015, mixed media on aluminium, 57,8x47,8 cm
ProjectB10th
29 settembre – 18 novembre 2016
Via Pietro Maroncelli, 7 – 20154 Milano

Inaugurazione: mercoledì 28 settembre 2016 dalle 19.00 alle 21.00

TOM ANHOLT, JAKE AND DINOS CHAPMAN, IVAN DE MENIS, MARTIN EDER, DIONSIO GONZALEZ, NOEMIE GOUDAL, ZHANG HUAN, ANNIE MORRIS, KEITH TYSON, HUGO WILSON, CAROLINE WALKER, MARC QUINN


In occasione dei dieci anni dell'apertura della galleria, nel 2006, ProjectB è felice di presentare una mostra collettiva che raccoglie dodici artisti tra i più significativi della sua storia, rappresentati, oggi, attraverso la loro produzione attuale.

Una ventina di opere di Tom Anholt, Jake And Dinos Chapman, Ivan De Menis, Martin Eder, Dionsio Gonzalez, Noémie Goudal, Zhang Huan, Annie Morris, Keith Tyson, Hugo Wilson, Caroline Walker e Marc Quinn – tra pittura, scultura e fotografia contemporanea –raccontano il percorso della galleria e dei suoi dieci anni di attività: ricerca, tecnica e interazione con lo spazio espositivo sono i temi che ne hanno guidato le scelte, sviluppati attraverso l'alternanza di artisti affermati ed emergenti, Italiano o stranieri.

Con un nuovo cabinet di Jake & Dinos Chapman, e le opere di Marc Quinn e Keith Tyson, la prima sala riflette il percorso dei primi anni della galleria, nata a Milano nel 2006 dall'idea di Emanuele Bonomi di portare in Italia gli interpreti della Young British Art. Un lavoro che si è poi velocemente espanso verso altre aree geografiche, dalla Spagna, in Iran fino alla Cina – attraverso due mostre dedicate all'Ash Painting di Zhang Huan – con l'intento di divulgare il lavoro di artisti già noti nei loro paesi ma ancora poco conosciuti a livello internazionale, come nel caso dell'opera fotografica di Dionisio Gonzalez.

La galleria ha sempre riservato un grande spazio all'osservatorio sulle nuove generazioni, diretto da Carlotta Loverini, pensato per mettere in luce il lavoro di giovani artisti e curatori europei: ne sono esempio la recente mostra del pittore Inglese Tom Anholt o la prima personale in Italia della fotografa francese Noémie Goudal. Mostre che hanno, spesso, segnato l'inizio di un lungo percorso e di interessanti dibattiti, come quello sull'uso del colore evidente nel lavoro di Ivan de Menis e Annie Morris, raccontati in questa occasione dalle opere esposte nella seconda sala, tra cui i dipinti di Hugo Wilson e della pittrice scozzese Caroline Walker a cui la galleria dedicherà l'anno prossimo la terza personale in Italia.









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lunedì 22 agosto 2016

Il pittore dei Santi - Una mostra di Guadagnuolo celebra Madre Teresa in occasione della canonizzazione

Il pittore dei Santi

Una grande mostra di Guadagnuolo celebra Madre Teresa in occasione della Canonizzazione nel Giubileo della Misericordia


Madre Teresa di Calcutta, Premio Nobel per la Pace nel 1979, proclamata Beata il 19 ottobre 2003 da Papa Giovanni Paolo II,Papa Francesco la proclamerà Santa il 4 settembre 2016 nel Giubileo straordinario della Misericordiail giorno precedente la ricorrenza del 19° anniversario del trapasso della Madre il 5 settembre 1997. 

Tra i tanti appuntamenti, organizzati dalle Missionarie della Carità, è stata programmata un'importante Mostra del M° Francesco Guadagnuolo in occasione della Canonizzazione di Madre Teresa. La personale dell'artista si potrà visitare nella Chiesa di San Gregorio Magno, Piazza San Gregorio, 1 - Roma,(tra il Circo Massimo e il Colosseo) dal 7 all'8 settembre 2016 con orario continuato dalle ore 9,00 alle ore 18,00in quei giorni si potrà avere la possibilità di visitare anche la Reliquia con il sangue della fondatrice delle Missionarie della Carità e la stanza, situata nel convento di San Gregorio, dove la Suora dimorava durante la sua permanenza a Roma.

Madre Teresa, nata il 20 agosto 1910 a Skopje, capitale dell'attuale Macedonia, a quel tempo era una città dell'Albania. L'Ordine religioso da lei fondato, era inizialmente una minima Congregazione invece oggi è diventata almeno con cinquemila suore che professano in 130 Paesi del mondo, con 700 case offerte all'assistenza deglumili. Tutta la vita di Madre Teresa è stata fondata sulla misericordia.

Scriveva Mons. Sante Montanaro: "…una coraggiosareligiosa della quale erano ben note l'eccezionale semplicità, la grande dolcezza, e l'esemplare adattamento alla sofferenza, certamente, frutto del suo profondo amore per Cristo. Preso dall'ammirazione per questa Suora, nel cui corpo minuto albergava un'eccezionale forza interiore, Guadagnuolo ha eseguito una serie di ritratti che testimoniano le opere straordinarie di carità compiute dalla Beata, le sue preghiere, le sue parole colme di speranza cristiana".

«…Grazie moltissimo per la sua lettera, i suoi bellissimi acquerelli della nostra Madre scrive -Suor M. Nirmala, M.C., dei Missionari della Carità da Calcutta (l'erede di Madre Teresa) - e grazie per averci informato riguardo la proposta del suo lavoro artistico. Noi ringraziamo Dio per l'ispirazione che avete ricevuto e che ci avete così ben descritto… chiediamo a Dio di benedirla. Possa la sua contemplazione e arte portare il messaggiodell'amore della Madre per Gesù in quell'amore che ha condotto Gesù al sacrificio della croce e che ciò possa dissetare coloro che osservano i suoi dipinti…» (Calcutta, India, 1 marzo 2005).  

Cosi pure Il Card. Pio Laghi: «…Devo dirle che, non solo ho apprezzato le sue opere, ma ho visto con ammirazione che lei ha saputo ritrarre, in due atteggiamenti diversi ed in maniera molto espressiva, i lineamenti fisici e spirituali della Madre, che io ebbi il privilegio di conoscere da vicino e di ricevere da Essa dimostrazione di materno affetto…» (Roma, 24 marzo 2005).

Francesco Guadagnuolo ha ritratto tantissimi Santi tanto daessere riconosciuto come "Il pittore dei Santi", così scriveva il Vescovo Pietro Garlato: «Francesco Guadagnuolo si è dedicato con dedizione alla raffigurazione di numerosi Santi e Papi, da Pio IX a Benedetto XVI, con spirito di ricerca e di innovazione rispetto all'iconografia classica. Uno dei suoi obiettivi principali, oltre all'interpretazione psicologica dell'individualità del Santo, è statola ricostruzione della sua influenza nel periodo storico in cui egli ha operato, con riferimenti, accanto alla figura centrale, alla sua contemporaneità anche attraverso scene bibliche fortemente simboliche ascrivibili ad essa. É una continua tensione verso la realizzazione di nuove soluzioni compositive, nell'intento di superare la crisi dell'iconografia religiosa verificatasi nell'ambito dell'arte occidentale. La tecnica di Guadagnuolo si basa su pennellate veloci, sintetiche, in uno stile sobrio nella sua efficacia, così che la forza espressiva del volto evoca la personalità e la dimensione religiosa del personaggio rappresentato».

Mons. Elio Venier affermava: "che nelle opere di Guadagnuolo riservate all'arte sacra, è sempre vivo il senso dell'uomo come effigie di un sentimento religioso che deve fare i conti con i sommersi segreti del tempo andato, con i moventi odierni e i timori del futuro, con l'irrinunciabile necessità di ricerca dei valori perduti. Obiettivo pertinente di Guadagnuolo è sempre stato quello di operare una trasformazione espressiva, tesa a delineare una nuova iconografia cristiana, la quale rapporti l'uomo alla natura divina pur nell'inevitabile fluire del tempo e nel rispetto dell'irrappresentabile mistero di Dio".

Abbiamo incontrato a Roma l'artista Francesco Guadagnuolo che per l'occasione ci ha rilasciato un'intervista sulle sue riflessioni e suggestioni nella realizzazione dei ritratti su Madre Teresa che verranno esposti in questo grande evento mondiale. Il Maestro si è espresso così: «Rivisitare un lungo periodo, con la forza dell'immagine per un artista è sempre un'emozione particolare specialmente quando egli ha davanti Personaggi di Chiesa che hanno lasciato il segno nel popolo di Dio e non solo. I ritratti che ho realizzato tengono presente la felicità di vita di Madre Teresa di Calcutta ed ho pensato che essi dovevano comunicare forza espressiva ed un'energia che questa umile e piccola donna possedeva. Non è stata però trascurata oltre la semplicità, la dolcezza ed infine, la sofferenza frutto del grande amore del Cristo crocifisso. Mi vengono in mente le parole di Giovanni Paolo II: "Questa Suora universalmente riconosciuta come madre dei poveri lascia un esempio eloquente per tutti, credenti e non credenti… Ci lascia la testimonianza della contemplazione che diventa amore e dell'amore che diventa contemplazione…". Realizzando questi ritratti ho compiuto un itinerario mistico attraverso le parole, le testimonianze e le preghiere di Madre Teresa. Nel silenzio della contemplazione Ella sentiva il grido di Gesù sulla croce: "Ho sete". 

Questo grido la spingeva sulle strade di Calcutta alla ricerca di Gesù nel povero, nell'abbandonato, nel moribondo. Ho cercato in queste opere una forza evocativa, cercando di tirar fuori quel segreto, quel silenzio di cui era avvolta la Missionaria della Carità, lei diceva: "Oh benedetto silenzio che dà tanta pace all'anima". Questi ritratti sonouna successione di suggestioni che non possono essere espressi ma solo vissuti con un personale rapporto spirituale. Le opere grafico-pittoriche scoprono l'aspetto di una nuova iconografia e di un cromatismo moderno, che scandiscono la vita ed i tempi della Suora di Calcutta cercando di esprimere quella forza espressiva di questa piccola grande donna per un'interpretazione di una figura così poliedrica qual è Madre Teresa, ecco perché la identifico come la Santa dei nostri giorni. In queste opere ho cercato di fare risaltare tre realtà dell'Apostola dell'amore: la gioia, la sofferenza e la preghiera. Spero che questa mostra possa far ritrovare almeno una piccola parte benevola di noi stessi».  



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domenica 21 agosto 2016

Mario Vespasiani al festival La Sibilla e i nuovi visionari...

LA SIBILLA E I NUOVI VISIONARI
FESTIVAL DEL PENSIERO CONTEMPORANEO

In occasione della mostra di Mario Vespasiani nella Pinacoteca Civica di Montefortino nelle Marche si è aperta la prima edizione del festival La Sibilla e i nuovi visionari, rassegna sul pensiero contemporaneo ispirata e collegata alle sue opere.

L'intervento di Vespasiani, che ha dato il via agli incontri, intitolato "L'Arte alchemica: dall'immagine infranta alla ricostruzione della forma" ha fatto il punto sul metodo e sul processo artistico attuale e su come l'arte contemporanea sia in grado di offrire uno sguardo privilegiato per la comprensione del presente.

Segue il programma completo degli incontri:
www.retemusealedeisibillini.it/grande-evento-a-montefortino



MARIO VESPASIANI
L'ARTE ALCHEMICA
e la leggenda della pittura dal 1400 ad oggi

La Città di Montefortino e la Rete Museale dei Sibillini sono lieti di invitare alla mostra Mario Vespasiani L'arte alchemica e la leggenda della pittura dal 1400 ad oggi, che presenta la più recente ricerca dell'artista Mario Vespasiani (1978) in dialogo con le opere della Collezione Duranti della Pinacoteca Civica, secondo un preciso percorso stilistico ed iconografico, che collega e dona un'inedita chiave di lettura, non solo ai lavori esposti ma anche a un luogo che come pochi intreccia spiritualità e leggenda.

Mario Vespasiani non nuovo alle contaminazioni con la grande arte (da ricordarsi le sue mostre con Mario Schifano nel 2008, con Osvaldo Licini nel 2010, con Lorenzo Lotto nel 2012 e nel 2015 con Mario Giacomelli) sceglie questa volta non un autore bensì un'intera pinacoteca, per cercare di trasmettere le metamorfosi che nell'arte avvengono nella materia e dunque nel gesto, quanto nel suo significato simbolico.

Innanzi tutto è importante precisare che Arte alchemica è da intendersi non come una pratica esoterica bensì in un processo di conoscenza, di individuazione del proprio sé, suddiviso in tre fasi: psichica (il significato dell'opera), sensoriale (la funzione emotiva) e intuitiva (la gestualità pittorica).

Varcando i limiti imposti dalla visione tradizionale del museo, le opere in mostra si aprono all'esperienza che svela non soltanto il risultato finale dell'immagine, ma anche gli archetipi da sempre esistiti, che si ritrovano nelle tracce lasciate dalla natura sul paesaggio e dall'uomo sulle pareti delle caverne e delle chiese, nella mitologia e nel sacro.

Le opere si caricano dunque di una valenza simbolica, che trasforma la materia al punto da farla sparire e ricomparire sotto altre sembianze, sotto altri temi, come fosse la scoperta di un altro particolare aspetto della natura umana. Seguendo il criterio di Duranti, di una collezione che porta con sé il fascino e il mistero di una "wunderkammer", Vespasiani sceglie di presentare le sue opere più recenti e mai esposte, le quali abbandonano la figurazione per sporgersi nel territorio dell'informale, dove il segno estremo ed essenziale, si pone nel momento in cui la visione diventa micro e macrocosmica, aperta ad un movimento che appare come un processo conoscitivo in atto.

L'autore mette al centro dell'evento la vitalità del gesto, l'atto di coraggio di chi con decisione si immerge nel magma incandescente dei sensi che, nella fusione col tutto, riportano in superficie non forme immediatamente riconoscibili, bensì il principio in cui la materia recupera il suo aspetto originario.

I nuovi dipinti di Vespasiani non citano dunque le opere presenti nella pinacoteca nei temi o nelle tecniche, ma mostrano l'avanzamento della pittura da cogliere nel segno iniziale, ciò che le dà origine e che sfuma non nell'imitazione quanto nell'aderenza ai principi creativi del mondo.

Il senso di Arte alchemica, non è perciò da confondere con un certo pensiero comune che è solito identificarla in una scienza immaginaria, in una sorta di pratica magica che trasforma gli oggetti in oro, ma si rivolge alle virtù innate dell'uomo, le quali si manifestano in quel fare esperienza di sé, oggettiva e soggettiva che sia, nell'interiorità come al di fuori, nello spirito e nella materia.

Una mostra che si presenta in aderenza col tessuto vitale del territorio, rispecchiando gli scenari naturali che si perdono nelle vette e nei corsi d'acqua, di cui le opere sembrano fissarne il fluire, come la vita effimera dei fiori e le impronte lasciate dagli animali selvatici, avviando il racconto di quelle storie mitiche che nel vicino Santuario della Madonna dell'Ambro affrescato persino con le immagini delle Sibille, si abbracciano con la fede.

Anche il criterio dell'allestimento rispecchia l'indole visionaria di Duranti, e quella sua qualità eccentrica di pittore nel comporre le figure in rapporto alle opere altrui, che in quel suo volontario isolamento era solito circondarsi da veri e propri "assemblages" di dipinti con i quali si poneva in continuo colloquio, occupando tutto lo spazio disponibile.

Vespasiani adotta il gusto da allestitore di Duranti, che in controtendenza rispetto all'organizzazione razionalizzata della galleria nobiliare del suo tempo, trovava in quella più arcaica del "cabinet des curiosités" la sua volontà enciclopedica di riunire il sapere in un "fare alchemico", dove le difformità degli insiemi, ieri come oggi vanno a caricare il luogo di valenze criptiche, personali e comunque legate ad una profonda spiritualità.

Il collegamento con le opere della collezione permanente si scorge dunque nella continua connessione tra le varie epoche, sottolineando come la natura e l'uomo nel corso dei secoli siano sempre gli stessi, ma sono trasformati nelle loro apparenze. Perciò la ricerca di Vespasiani si svela come un'apparizione, come un volo o un ritmo che coglie, non la ripetizione di uno stile o di un linguaggio già assimilato, ma una sottile vibrazione da tramandare, che narra coi suoi colori la leggenda della pittura.













Titolo: Mario Vespasiani - L'arte alchemica e la leggenda della pittura dal 1400 ad oggi






Curatori: Daniela Tisi e Onorato Diamanti

Luogo: Pinacoteca Civica - Fortunato Duranti, Montefortino FM

Info: Palazzo Leopardi, Largo Duranti 5 - Tel. 0736-859491





Periodo: 26 giugno - 4 settembre 2016

Orari: giugno e settembre aperto sabato e domenica: 10,30-12,30 - 17-19


Luglio e agosto aperto tutti i giorni: 10,30-12,30 - 17-19

Siti web: www.pinacotecafortunatoduranti.it - www.retemusealedeisibillini.it


www.mariovespasiani.com


















CURRICULUM






Mario Vespasiani nasce nel 1978 risiede a Ripatransone nelle Marche dove ha lo studio principale, alternandosi periodicamente nei luoghi che meglio si prestano a sviluppare i suoi progetti. Fin dall'esordio è sempre stato considerato come una figura indipendente e al di fuori delle attuali tendenze artistiche, anche grazie ad una ricerca che non ha riferimenti analoghi nella scena attuale. Rispetto al materialismo ateo e a un certo manierismo pittorico che hanno imperversato in Italia nell'ultimo trentennio la sua arte è apparsa subito un caso a sé, per il suo interesse a dare forma ad un "gesto eroico" che sa essere autore e testimone di un momento storico di grande accelerazione, evolvendo progressivamente l'ampio aspetto stilistico dei soggetti indagati, nei tratti essenziali e simbolici.


Vespasiani è uno dei giovani pionieri dell'arte italiana che sta portando la pittura a livelli inaspettati, oltre i limiti tradizionali del quadro e ben lontano dalle provocazioni estetiche: confrontandosi con la fotografia, la performance, le istallazioni e di recente con la letteratura, ha saputo imprimere all'azione pittorica altri significati, fondendo se stesso con ciò che raffigura, calandosi completamente nel flusso creativo per far diventare il suo percorso ardito e profondo e le persone che lo circondano quasi figure leggendarie.

L'interesse che sta suscitando il lavoro di Mario Vespasiani sta nel fatto che lui e la sua opera coincidono perfettamente e questo fa si che ad emergere non sia il ruolo da protagonista a cui molti aspirano, quanto la continua relazione con la potenza creatrice, la stessa che - dichiara - lo attrae costantemente verso il mistero e lo fa sentire in cerca di vibrazioni archetipiche, in stretto contatto con una fonte che ha una chiara matrice spirituale.





Nel 2008 a dieci anni dalla prima personale realizza la mostra che avvia il progetto denominato "La quarta dimensione" attraverso il quale propone un dialogo con alcuni grandi maestri dell'arte italiana a lui particolarmente vicini in un determinato momento della ricerca. Il primo avvenne nel 2008 con Mario Schifano mettendo in risalto il colore e il gesto pittorico che contraddistingue il procedere istintivo dei due autori, per l'approccio grintoso, per la carica vitale e mai prevedibile della pittura. Nel 2010 presso la Galleria Comunale d'Arte Contemporanea di Ascoli Piceno le sue opere si affiancarono all'astrattismo lirico di Osvaldo Licini, in questo momento le tele di Vespasiani sempre meno figurative forniscono una panoramica del tratto pittorico che raggiunge soluzioni stilistiche più evanescenti ed essenziali.

Sulla linea colorista, che scende lungo l'Adriatico, nel 2012 presenta il dialogo in tre sedi con i capolavori di Lorenzo Lotto, il quale oltre ad essere uno dei più autorevoli interpreti è anche colui che ha saputo rivoluzionare i codici del ritratto e la mostra ha focalizzato l'attenzione sull'interpretazione psicologica e formale del volto, dalle espressioni comuni alle tensioni umane più profonde. Nel 2015 il gallerista Pio Monti presenta la mostra La quarta dimensione nella fotografia di Mario Giacomelli e Mario Vespasiani dove per la prima volta le sue immagini fotografiche si specchiano nei riflessi comuni e nello sguardo appassionato di Giacomelli, uno dei fotografi più incisivi del '900. Con la mostra Gemine Muse espone giovanissimo ai Musei Capitolini di Roma, a 27 anni vince il primo Premio Pagine Bianche d'Autore, nel 2011 viene invitato al Padiglione Italia della 45a Biennale di Venezia, figura nel libro Fragili eroi di Roberto Gramiccia dedicato ai più interessanti artisti italiani dal futurismo ad oggi e sul Dizionario dell'Arte Italiana edito da Giancarlo Politi.





Tra i primissimi artisti italiani ad espandere l'impronta pittorica dai nuovi materiali alle tecnologie, viene inviato nel 2012 dall'Accademia di Belle Arti di Macerata a tenere una conferenza dal titolo: L'essenza e il dono. Arte, relazione e condivisione, dalla tela all'iPad e nello stesso anno con le opere realizzate mediante l'iPad ed applicate su alluminio partecipa al Premio Termoli. Per tutto il 2014 si è dedicato al progetto Mara as Muse sottolineando, in piena controtendenza, il ruolo di una Musa quale figura ispiratrice dell'atto creativo e delle sue molteplici forme espressive. Nel 2015 realizza delle opere in pura seta intitolate Storie di viaggiatori, territori e bandiere che espone come fossero vessilli di un'arte che torna ed essere simbolo e immagine di un'identità ben precisa e che va oltre le classiche modalità espositive per mostrarsi in una performance nella Pinacoteca civica di Ascoli Piceno, in un happening con le opere disposte al vento sulla cima della Torre dei Gualtieri di San Benedetto del Tronto e al 48° Premio Vasto. Nel mese di maggio esce Planet Aurum il suo primo libro interamente dedicato agli scritti e nello stesso anno la città di Fermo lo invita a dipingere il Palio dell'Assunta dedicandogli contemporaneamente una personale. La città di Santa Vittoria in Matenano gli riserva una grande mostra che raccoglie per la prima volta le opere dagli esordi ad oggi ed una importante pubblicazione generale.

Dal 1998 sono trenta le mostre personali documentate con volumi prodotti in serie limitata, arricchiti da testi critici, interviste e da testimonianze trasversali. Contemporaneamente alla pittura, ha frequentato un workshop di fotografia con Ferdinando Scianna e di cinema con Lech Majewski. Del suo lavoro se ne sono occupati oltre agli storici e ai critici d'arte, anche filosofi, scrittori, antropologi e teologi.




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sabato 20 agosto 2016

Mostra personale L'Arte e la Vita di Roberta Kravitz

studiora.eu

Studio.ra è felice di annunciare
la mostra personale
L'Arte e la Vita di Roberta Kravitz
Inaugurazione: giovedì, 29 settembre 2016, 18:00 
Dal 21 settembre fino al 2 ottobre 2016
Via Bartolomeo Platina 1F – 00179 Roma (Italy)
www.studiora.eu – info@studiora.eu – +39 063491597571 - www.robertakravitz.com

London Biennale Pollination 
in partnership con il Museum Man di Berlin – direttore e fondatore:  Adam Nankervis

Studio.ra contemporary art

associazione non profit fondata e diretta da Raffaella Losapio
Via Bartolomeo Platina 1/F, 00179 Roma (Italy)
info@studiora.eu – www.studiora.eu  +39 349 1597571



“Con tutte le artiste da me invitate ad esporre a Studio.ra ho riscontrato un’intesa, una sintonia. Attraverso il racconto della nostra identità sociale e professionale, delle nostre storie di vita, abbiamo realizzato un reciproco scambio di accrescimento personale.
L’intento è di approfondire insieme la nostra esistenza, utilizzando immagini, vicende umane ed opere per esplorare la ricchezza dell’arte “al femminile”, la forte e complessa personalità di donne creative, intese nella totalità del loro essere, come mogli, amanti, madri e proporre ad altri il nostro vissuto.

Non esiste un percorso preciso e prevedibile, la protagonista prescelta è libera di agire valendosi delle proprie esperienze nell’arte e nella vita al di fuori del proprio ambiente abituale in un contesto site specific, per condividere un’affascinante “viaggio in progress” con i visitatori, durante lo sviluppo del progetto, e con i partecipanti all’inaugurazione della mostra.
Sarà come ascoltare un assolo di violino nel comporre insieme una nuova creazione”.

Raffaella Losapio - Studio.ra

https://www.facebook.com/events/1637092799942369/

venerdì 19 agosto 2016

“Del colore dei sogni si dipinge la sera”: la nuova personale di Claudio Cesari dal 3 settembre a Collecchio (PR)


Inaugura sabato 3 settembre 2016 alle ore 21.00 nell’ex prosciuttificio di via Verdi 9 a Collecchio (PR) la nuova personale del pittore Claudio Cesari dal titolo “Del colore dei sogni si dipinge la sera”, inserita nella manifestazione “Settembre Collecchiese” e organizzata dal Circolo ricreativo culturale e sportivo “Il Colle”.

Una mostra antologica di oltre settanta dipinti, tra acquerelli, acrilici e oli, realizzati dagli anni ’80 ad oggi, che ripercorrono con sfumature diverse il tema del crepuscolo e della sera, non in un’accezione negativa e cupa, ma come esemplificazione di pace interiore, tranquillità e benessere che l’autore riesce a trasmettere attraverso i suoi quadri.

Cesari è un artista poliedrico e versatile, che ha trasposto la passione per la fotografia nelle opere che realizza, attraverso un abile uso di luci e ombre, e riesce ad esprimersi utilizzando tecniche pittoriche e supporti diversi, grazie allo spirito giovane e curioso che da sempre lo contraddistingue.

Introdurrà la serata la “Compagnia del calzino”, con una performance di Silvia Marchetti e Davide Pedroni che, accompagnati al pianoforte da Giulia Zecca, leggeranno alcuni brani poetici di Quasimodo, Pascoli, Foscolo, Montale e Ungaretti, una cui poesia ha ispirato il titolo della mostra.

Interverranno l’onorevole Giuseppe Romanini, il Sindaco di Collecchio Paolo Bianchi, l’assessore alla Cultura Michela Zanetti e il presidente del Circolo “Il Colle” Daniele Ferrari.

Contestualmente sarà presentato il catalogo della mostra, una pubblicazione bilingue, in italiano e tedesco, che comprende i contributi dell’onorevole Giuseppe Romanini e del professor Mauro Buzzi.

Il 16 settembre una delegazione di cento membri, provenienti da Butzbach cittadina della Germania e Melide comune spagnolo gemellati con Collecchio, Spagna, Finlandia, Gran Bretagna e Croazia, farà visita all’esposizione.

La mostra, a ingresso libero, è patrocinata dal Comune di Collecchio e dalla Provincia di Parma, e rimarrà allestita fino al 20 settembre 2016 dal lunedì al sabato dalle 16.00 alle 19.00 e la domenica e i festivi dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.00.

Per ulteriori informazioni sulla mostra è possibile contattare il presidente del Circolo “Il Colle” Daniele Ferrari al numero 348 7635114 e collegarsi all’evento Fb https://www.facebook.com/events/289922998035807, mentre per l’artista e le sue opere visitare il sito www.claudiocesari.it.

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Contributo contenuto nel catalogo della mostra dell’On. Giuseppe Romanini

Con questo nuovo appuntamento, Claudio Cesari ci offre un’ulteriore occasione per apprezzare la sua ricerca, il suo lavoro, le sue opere.
È Cesari un artista dalla produttività inusuale che pare non in grado di esaurire una spinta creativa via via più intensa, che lo porta ad esplorare strade ignote, “valli senz’orma” o, a tratti, a ripercorrerne altre più usate e familiari.
In questa antologica tutti i percorsi si ritrovano, divergono, si ricongiungono passando dal figurativo all’informale, dall’acquarello all’acrilico e allo smalto, dalle velature delicate ed allusive di paesaggi con tramonti cangianti alla pittura materica ed energica di tinte esplicite senza mediazioni.
Fili conduttori sono le luci ed i colori del tramonto. Luci e colori che l’artista maneggia senza soggezione, senza paura. D’altronde Cesari è stato fotografo e la luce è stata la sua sfida e la sua compagna per tanti anni. Oggi, da pittore, può permettersi di trattarla con sapiente confidenza.
Ho già avuto modo di dirlo in altre occasioni, i paesaggi di Claudio Cesari, e così questi tramonti, a me appaiono familiari e “veri”. Familiari perché nelle sue tele ritrovo i luoghi in cui entrambi siamo nati e cresciuti, il nostro paese, i fiumi Taro e Po, i campi, le pianure ed i dolci declivi delle prime colline.
“Veri” perché in essi c’è la natura che è fonte della sua ispirazione da sempre. Mai scenari fini a se stessi, ma sempre in dialogo con la gente che li abita, con la cultura che li caratterizza, e soprattutto con se stesso, con l’animo dell’artista.
A dominare la scena è l’invito dell’artista all’osservatore, chiamato a soffermarsi e saggiare il dispiegarsi di attimi, impressionati sulla tela, in cui la Luce si dona a disvelare il nucleo metafisico della natura e delle cose in sé, valorizzandone forme e colori.
Ogni artista, alla fine, racconta principalmente se stesso ed ogni dipinto, ogni opera, è un itinerario ed un viaggio personale. Ed il racconto si accompagna alla poesia che rende luci e forme come emozioni: “Forse perché della fatal quïete tu sei l'immago a me sì cara vieni o sera! E quando ti corteggian liete le nubi estive e i zeffiri sereni, e quando dal nevoso aere inquïete tenebre e lunghe all'universo meni sempre scendi invocata, e le secrete vie del mio cor soavemente tieni…”.
E così i tramonti di luce e di colore vivono nella sua tecnica che, nel tratto sulla tela, ne disvela l’essenza, accompagnando il pubblico ad essere partecipe di visioni complesse e affascinanti, ed a vedere sotto nuova luce la realtà delle cose.


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