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domenica 8 giugno 2014

Jumper Maybech , "Peace and love for chocolate lovers" Mostra d’arte contemporanea a cura di Bruno Francisci e Raul Oyuela


JUMPER MAYBACH Italia 2014
12 - 25 giugno 2014
Spazi per l'Arte Contemporanea del Museo Nazionale 
di Villa Pisani
Mostra d'arte contemporanea  
a cura di Bruno Francisci e Raul Oyuela


Nipote prediletto del grande clown americano "Bezo" e amico di Pierre Cardin, Jumper 
Maybech espone per la prima volta in Italia per iniziativa del Museum of the Americas di Miami. 

Dal 12 al 25 giugno, negli Spazi per l'Arte Contemporanea del Museo Nazionale di Villa Pisani, si svolte la prima mostra personale nel nostro Paese di questo incredibile  pittore e performer.

La mostra viene curata da Bruno Francisci e Raul Oyuela, mentre il catalogo è arricchito da interventi
critici di Pier Luigi Fantelli e Adone Brandalise, nonché dello stesso curatore Francisci che spiega: "Quella di Jumper Maybach è una figura singolare di artista, non solo per la particolarità della sua pittura, ma anche per l'intento di trasformare costantemente se stesso facendo del proprio viso una vera e propria opera."

Con il nome d'arte di Jumper Maybach si è andato durante gli ultimi anni affermando nell'ambito delle
arti contemporanee e dello spettacolo americani un singolare personaggio, Ben Workmann, la cui
creatività spazia tra la realizzazione dell'opera d'arte come oggetto, sostanziata nella produzione di
dipinti e disegni, e come gesto del loro conseguimento. Per sottolineare compiutamente il senso preciso del suo nome d'arte pare utile annotare come l'aver sposato al termine "Jumper" (clown, saltimbanco) quello di "Maybach" (una suggestiva denominazione riferita a una blasonatissima auto di gran lusso leggendaria per gli appassionati al pari di Rolls- Roys e Bentley e prodotta in Germania dal marchio Maybach-Motorenbau, fondato nel 1909 da Wilhelm Maybach e dal conte Ferdinand von Zeppelin) rappresenta una sorta di curiosissimo mélange fra dimensione umana e dimensione tecnologica, fra arte e tecnica, nonché un'interessante commistione di arte accademica e di arte pop.

Ben Workmann è il nipote prediletto del famoso clown americano Earl Readdy, notissimo con il
nome di "Bezo" soprattutto sul finire del secolo scorso grazie a una serie di apparizioni televisive sui
network americani. Ben apprende fin da bambino, guardando il nonno mentre si trucca, l'arte del travisamento e della trasformazione del volto, restando affascinato dalla faccia di "Bezo" che diventa bianca e poi si colora fino a trasformare l'aspetto della persona in quello del suo personaggio: è l'arte della pittura in embrione che si fa anche arte di mutamento del corpo dell'artista.

Con il nonno "Bezo" il giovane Ben Workmann instaura e mantiene un rapporto strettissimo, affascinato da quel volto che si trasforma, finché il nipote chiede al nonno di dipingere anche il suo volto e di insegnargli i segreti del trucco. Il che avviene e la giovinezza di Ben trascorre ammirando e provocando la continua metamorfosi del volto che diventa dapprima bianco e poi si colora come una tela dipinta.
In questo modo comincia l'avventura dell'artista che non riuscirà più a scindere il suo percorso estetico nel mondo da quello tracciato su di sé e dentro di sè, esercitando così in maniera personalissima l'arte della pittura in questa duplice direzione. Sia pure osteggiato dalla famiglia che vuole per lui una carriera di tutt'altro tipo, comincia presto a studiare professionalmente disegno e pittura nella città natale di Corpus Christi in Texas, anche se per sopravvivere deve adattarsi a lavori che, benché remunerativi, non gli piacciono, al contrario di quanto invece accade con l'attività artistica che lo attrae irresistibilmente.

A ciò si aggiunge il trauma della discriminazione di cui viene fatto oggetto nell'ambito di lavoro per essersi dichiarato omosessuale, un trauma che, oltre al disagio economico e sociale, incide dolorosamente e conflittualmente tra il mondo incantato della bellezza dei colori che fanno festa sul volto suo e del nonno, nonché sulla superficie dei suoi dipinti, e la crudele, durissima realtà sociale che lo ferisce e lo prostra. Fortunatamente per la discriminazione subita si conclude positivamente per Ben, il quale viene risarcito anche sul piano economico potendosi così dedicare totalmente alla sua vocazione artistica.

Nello stesso periodo conosce Raul Oyuela, direttore del Museum of the Americas del quale Ben diventa in breve tempo amico: intuendo subito il valore della sua arte, il dott. Oyuela decide di promuoverlo come uno degli artisti seguiti dal museo, organizzandogli importanti mostre e facendolo conoscere in ambito internazionale. Sospinto anche da questi positivi accadimenti Ben Workmann esce vittorioso dalla grave depressione che lo aveva travolto: conscio e orgoglioso del valore e dell'originalità, anzi dell'unicità della propria arte e del singolarissimo iter formativo di essa, "divorzia" da sé stesso e diventa Jumper Maybach.

giovedì 5 giugno 2014

Ayano YAMAMOTO | dal 7 giugno 2014 | L'ARIETE artecontemporanea

L' A R I E T E  a r t e c o n t e m p o r a n e a
A  Y  A  N  O   Y  A  M  A  M  O  T  O

opening sabato 7 giugno 2014 ore18           via d'azeglio 42 bologna
7 06 > 31 07 2014 | lun gio ven sab 15.30 19.30 | mar mer 15.30 17.30



AYANO YAMAMOTO (Kanagawa, Giappone 1979), nel 2003 si laurea presso la Keio University di Tokyo in Lingua e Letteratura Anglo-americana. Dopo una breve esperienza lavorativa decide di dedicarsi alla pittura, iscrivendosi nel 2004 alla Tokyo Art University, dove consegue il titolo di laurea nel 2008, specializzandosi in pittura ad olio. Durante gli studi inizia il lavoro di insegnante presso la scuola d'arte privata Shonan di Kamakura, ruolo che ricoprirà fino al 2009. 

Segue un corso di specializzazione sotto la guida del professor Koji Kinutani, sempre alla Tokyo Art University, e nel 2009 viene selezionata attraverso un bando di concorso indetto dalla Fondazione Bevilacqua La Masa, che le mette a disposizione un atelier in un palazzo nel centro storico di Venezia. 

Qui inizia la sua esperienza di studi in Italia, con la frequentazione dell'Accademia di Belle Arti. Dal 2011 collabora con la Galleria L'Ariete artecontemporanea di Bologna, che promuove attivamente l'artista nell'ambito di fiere d'arte contemporanea e mostre in spazi pubblici e privati in Italia e all'estero. 

Nei dipinti di Ayano Yamamoto, a luminose e sapienti velature, frammenti di vita quotidiana diventano opere in cui i dettagli emergono nello spazio. Uno spazio sospeso dove la distanza e il vuoto sono le misure tra le cose, in una nuova percezione di noi stessi in relazione a cio' che ci circonda. Il vuoto, distinto dal nulla, al centro della pratica artistica e del pensiero giapponese, e' il campo nel quale il minimo, il particolare assumono il massimo di senso e valore di riflessione sulla transitorieta' dell'esistente.  

Selected shows  'Imago. Discorso sulla pittura' L'Ariete artecontemporanea Bologna (I), Selezione Premio Opera 2013/tra utopia e realtà Ravenna (I), 'Girls Brain Communication' Art Aiga Hacchobori Tokyo (J), Opera 2009 Artisti degli Atelier Bevilacqua La Masa Docva via Farini Milano (I), Open Studios & Artist Talk Chiostro SS.Cosma e Damiano Giudecca Venezia (I), 93.ma Collettiva Fondazione Bevilacqua La Masa – Vincitrice del Premio Consorzio Venezia Nuova Galleria Bevilacqua La Masa Piazza San Marco Venezia (I), 'Shonan Art Line' Shinwa Art Gallery Ginza Tokyo (J), 'Go Nin Go Iro'(cinque persone, cinque colori) Breakstation Gallery Ueno Tokyo (J), 'Pelle' Galleria Semplicementecontemporaneo Padova (I), 'Never been her' Art Aiga Hacchobori Tokyo (I), performance 'Mimetismo' Harajuku Tokyo (J), scenografia e decorazioni pittoriche programma televisivo NHK Channel, illustrazioni e cover 'Neko no Kankan Bushi' Bungeisha editore.



INFO 348 9870574 L'ARIETE artecontemporanea Via D'Azeglio 42 Bologna

mercoledì 4 giugno 2014

Mostra “Shape! Bringing Architecture to Life"


Permasteelisa in collaborazione con IN/ARCH
presenta la MOSTRA
Shape! 
Bringing Architecture to Life
dal 7 giugno al 23 novembre 2014
Palazzo GiustinianLolin, sede veneziana di Permasteelisa

La mostra  racconta 40 anni di storia dell'involucro edilizio attraverso alcuni progetti che hanno fatto la storia del curtainwall e dell'azienda.

L'esibizione metterà in luce l'importante ruolo giocato dall'involucro edilizio nell'evoluzione dell'architettura moderna e in particolare degli edifici alti.

Il Curtain Wall è infatti uno dei "Fondamentali" scelti da Rem Koolhaas per la sua Biennale Architettura 2014, in cui sarà esposto anche un esemplare di facciata continua progettato e realizzato da Permasteelisa Group.

lunedì 2 giugno 2014

Mostra Identità personale di Franco Menolascina

                FRANCO MENOLASCINA IDENTITA'
                                               a cura di Marco Ancora

Vernissage mercoledì  4 giugno ore 19.00
Roma – Spazio88  - Via dei Cappellari 88
dal 4 giugno 2014 al 26 luglio 2014

Nelle opere di Franco Menolascina risuona fortemente un modo di sentire la forma, lo spazio e il tempo che è romantico, etico sin nel suo fondamento creativo-ideologico, legato ad un'ostinata necessità di mutazione di noi stessi e della natura. Franco Menolascina appartiene alla minoranza degli artisti decisi a riconquistare l'identità perduta, a modificare l'essere umano, ad identificarsi in un mondo ideale libero dai campi di concentramento, dall'oppressione, dalla schiavitù, guerra e morte. Da quando esiste la civiltà esiste un condizionamento del pensiero, ma è l'artista che cerca la liberazione per sé e per gli altri.

Franco Menolascina non è asservito al prototipo culturale omologato, egli difende la sua libertà di pensiero.

Nelle sue opere polimateriche (bronzo, rame, legno, graffite e terracotta) si attesta una disperata solitudine e nello stesso tempo un amore cosmico in cui confluiscono varie motivazioni etico-esistenziali ma tutte riconducibili all'idea del riscatto dell'intera umanità attraverso la coscienza della raffigurazione. Menolascina lacera il velo dell'ipocrisia e dell'impotenza critica della società globalizzata, rilevando l'incoscienza e l'ambiguità dove l'uomo vive la morte della sua identità. Egli assolve al compito, morale prima che artistico, di mettere in luce ciò che vi è di invisibile, ciò che vi è di inesplicabile nella natura. L'artista offre all'osservatore una visione che in qualche modo, tramite la sua coscienza, gli permette di percepire l'apparire in tutta la sua significazioe umana. In sintesi vi è una spaccatura ineliminabile che si viene a creare: l'uomo è obbligato a conquistare un'essenza che sente conquistata ma che non comprenderà mai nella sua interezza.

Si può affermare che la ricerca di Menolascina comprende diverse riflessioni su vari argomenti che possonone essere rintracciati, in generale nella storia e in particolare nella quotidianità e sui quali l'artista medita nel tentativo di scoprire nuove positività e possibili proposte per la formazione di un uomo libero e migliore. D'altronde la condizione umana presentata nelle sue opere, denota una logistica compositiva tutta protesa a porre la domanda sull'angoscia e la solitudine umana ma dall'altra parte lasciando il posto ad una intima riflessione sulle motivazioni classiche nel tentativo di scoprire interpretazioni che possano trovare una risposta edificante.

Spazio 88
Via dei Cappellari, 88
00186 Roma
Organizzazione
Laura Maggi
334.9386966
Allestimento
Giovanni  Intra Sidola
Arianna Olivari
P.R.
Gloria Maggi
Ufficio Stampa

Pinacoteca comunale Carlo Contini, Oristano: "Body circus" 6 giugno 2014 - 19 luglio 2014




Pinacoteca comunale Carlo Contini, Oristano

body circus
6 giugno 2014 - 19 luglio 2014


Verrà inaugurata venerdì 6 giugno presso la Pinacoteca comunale Carlo Contini di Oristano la mostra BODY CIRCUS con la partecipazione di venti artisti, sardi, nazionali e internazionali. La mostra, aperta fino al 19 luglio, affronterà uno dei temi più stringenti e ostici della realtà contemporanea: il corpo, col suo uso e il suo abuso, oggetto e soggetto di narrazione, particolarmente venerato dagli artisti di questi ultimi anni e, soprattutto, da quelli delle ultime generazioni.

Interessante, stimolante e utile, sarà verificare tangenze e differenze tra la produzione di alcuni giovani artisti isolani e altri operanti in realtà più strutturate, sia nazionali sia internazionali. Il nuovo progetto espositivo, prodotto dalla Pinacoteca Comunale Carlo Contini e dall'Associazione artistica ASKOSARTE, col patrocino della Fondazione Banco di Sardegna, è curato da Chiara Schirru e da Ivo Serafino Fenu mentre le opere pittoriche, plastiche, fotografiche, installative e video sono firmate da Karin Andersen, Juha Arvid Helminen, Lidia Bachis, Benedetta Bonichi, Gianni Casagrande, Daniele Cascone, Marianna Di Palma, Daria Endresen, Matteo Farolfi, Massimo Festi, Gavino Ganau, Kyrahm e Julius Kaiser, Daniela e Francesca Manca, Moju Manuli, Michele Mereu, Sergio Padovani, Josephine Sassu, Giorgia Vlassich.

Dell'ostensione e dell'ostentazione del corpo l'arte contemporanea ha fatto vangelo. Almeno per una parte significativa e in certi momenti dominante, il corpo è stato e continua a essere il luogo privilegiato, il Sancta Sanctorum del conflitto. Corpo, dunque, come sede del controllo sociale e della repressione, corpo come "carnaio di segni", come lo definisce Foucault e, per l'arte contemporanea, segno per antonomasia. BODY CIRCUS è questo. Spettacolo di provocazione, di scarnificazioni, menomazioni ed erotismo, che non vuole spettatori, ma esige testimoni e complici, in cui gli artisti si violentano e auto torturano, lacrimano sangue, si fanno appendere con delle catene agganciate alla schiena, fondendo reale e surreale tra voyerismo ed esibizionismo. Esasperazione dettata dalla moda, roba per fuorviati e guardoni o, piuttosto, ricerca di un'identità non omologata al sistema, antidoto al declino, trasgressione volta a sovvertire le convinzioni in materia d'espressione artistica? O, piuttosto, l'ennesimo sberleffo dell'arte contro una contemporaneità malata e della cui malattia anch'essa è, al contempo, testimone e complice?


*

mostra: BODY CIRCUS, a cura di Chiara Schirru e Ivo Serafino Fenu
città: Oristano
artisti: Karin Andersen, Juha Arvid Helminen, Lidia Bachis, Benedetta Bonichi, Gianni Casagrande, Daniele Cascone, Marianna Di Palma, Daria Endresen, Matteo Farolfi, Massimo Festi, Gavino Ganau, Kyrahm e Julius Kaiser, Daniela e Francesca Manca, Moju Manuli, Michele Mereu, Sergio Padovani, Josephine Sassu, Giorgia Vlassich.

sede: Pinacoteca comunale "Carlo Contini" – Hospitalis Sancti Antoni, Via Sant'Antonio
date:  6 giugno 2014 – 19 luglio 2014, inaugurazione venerdì 6 giugno ore 19.00
orari: 10.30 - 13.00 | 17.00 - 19.30 (dal lunedì al sabato)


Pinacoteca: tel. 0783 791262 | pinacoteca@comune.oristano.it | Facebook/PINACOTECA "CARLO CONTINI"



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