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lunedì 29 novembre 2010

LA CULTURA DELL'OSPITALITÀ ad Aosta, MAR dal 3 dicembre

Regione autonoma Valle d’Aosta
Assessorato Istruzione e Cultura
COMUNICATO STAMPA
LA CULTURA DELL'OSPITALITÀ
Le collezioni d’arte degli albergatori in Valle d'Aosta
Aosta, Museo Archeologico Regionale
Piazza Roncas,12
4 dicembre 2010 – 25 aprile 2011

G. Giani-Aracne rustica, 1897 olio su tela

Sarà inaugurata venerdì 3 dicembre 2010, alle ore 18.00, presso il Museo Archeologico Regionale
di Piazza Roncas ad Aosta, La cultura dell'ospitalità, un’inedita esposizione di opere collezionate dagli albergatori valdostani.
La mostra, organizzata dall'Assessorato Istruzione e Cultura della Regione autonoma Valle d'Aosta e promossa in collaborazione con l'Associazione degli Albergatori della Valle d'Aosta, indaga un aspetto poco noto del collezionismo in Valle d’Aosta, legato alla nascita dell'industria turistica e allo sviluppo della cultura dell'accoglienza.
L'esigenza di ospitalità evidenziata dai primi viaggiatori sul finire del Settecento diventa in Valle d’Aosta il motore per la creazione di strutture ricettive ad opera dei più intraprendenti valligiani. Se la domanda iniziale era dovuta alla ricerca di paesaggi incantevoli che facessero dimenticare i disagi da affrontare in quell'epoca per raggiungerli, la richiesta di ospitalità crebbe con l'offerta di cure termali e trovò nuova linfa con la nascita e la diffusione dello sci nel secolo appena trascorso.


Accanto alle montagne e ai paesaggi incantevoli, la Valle d’Aosta offriva inoltre al visitatore numerose e ben conservate vestigia romane, monumenti e opere d’arte.
Nelle oltre ottanta opere, tra quadri e sculture, selezionate per la mostra da una équipe di esperti con la cura di Alessandro Parrella, il percorso espositivo permetterà di scoprire il volto artistico del Sen. Amintore Fanfani accanto ai grandi paesaggisti del tardo Ottocento e ai pittori del Novecento (Mario Sironi, Andrea Tavernier, Alessio Nebbia, Cesare Maggi, Luigi Balzola, Leonardo Roda,
Leonardo Bazzaro e Giovanni Giani, e altri). Sono presenti inoltre opere di autori valdostani: Italo Mus, Francesco Nex, Franco Balan, Etto Margueret, Chicco Margaroli, Massimo Sacchetti, Barbara Tutino Elter, Franco Grobberio, Tonino Yaku, Giancarlo Zuppini, Siro Viérin, tra gli altri.
L’Assessore Laurent Viérin sottolinea “Sono particolarmente lieto di presentare al pubblico questa esposizione che nasce da un’idea condivisa con l’Associazione degli Albergatori della Valle d’Aosta e vuole far scoprire un aspetto poco noto del collezionismo della nostra regione, favorendo la fruizione e la valorizzazione del patrimonio artistico locale. Il visitatore potrà così ripercorrere le sale di un albergo ideale e soffermarsi ad ammirare le opere in mostra costituite da una
selezione di dipinti e sculture. Nel corso degli anni le strutture alberghiere valdostane non si sono solo limitate a fornire servizi attraverso la cultura dell’ospitalità ma hanno cercato di appagare anche la sensibilità degli ospiti attraverso l’arte”.


L'importanza di questa esposizione nelle parole di Silvana Perucca, Presidente ADAVA: “Il progetto di questa esposizione nasce dal desiderio di approfondire il significato di accoglienza negli alberghi della Valle d’ Aosta; l’acquisto di un’opera d’arte è per un albergatore il prosieguo di una continua ricerca volta a soddisfare le aspettative dei propri ospiti non solo dal punto di vista del servizio quanto per la capacità che le opere d'arte hanno di trasmettere emozioni e uggestioni
spesso legate alla tradizione ed alla cultura del nostro territorio.

Ringrazio dunque l’Assessore regionale all’Istruzione e Cultura Laurent Viérin per il risalto che l’esposizione ha voluto dare alla cultura della nostra ospitalità ed alla passione che ogni giorno gli albergatori valdostani investono nel loro lavoro”.


La mostra, che resterà aperta sino al 25 aprile 2011, sarà accompagnata da un catalogo-agenda bilingue italiano-francese, che contiene un testo critico del prof. Marco Cuaz, edito dalla Tipografia Duc, Saint-Christophe, e posto in vendita al costo di euro 12,00.


Biglietti: € 3,00 intero, € 2,00 ridotto, riduzione 50% soci TCI, gratuito per i minori di 18 anni e per i maggiori di 65.


Per ulteriori informazioni:
Assessorato Istruzione e Cultura
Servizio attività espositive: tel. 0165.274401
E-mail: u-mostre [AT] regione.vda.it
Museo Archeologico Regionale: tel.0165.275902
Internet: www.regione.vda.it; www.parrellarte.com


Scheda riepilogativa

LA CULTURA DELL'OSPITALITÁ
Le collezioni degli albergatori in Valle d'Aosta
Aosta, Museo Archeologico Regionale
Piazza Roncas, 12
4 dicembre 2010 – 25 aprile 2011
Cura: Alessandro Parrella con la collaborazione della storica dell'arte Federica Caneparo
Ideazione:Ass. Istruzione e Cultura della Regione Autonoma VdA
Progetto: Associazione Culturale Parrellarte
Orari: tutti i giorni, 9.00 – 19.00
Ingresso: intero 3€ - ridotto 2€, riduzione 50% soci TCI, gratuito
per i minori di 18 anni e per i maggiori di 65..
Catalogo: catalogo-agenda 2011 bilingue, italiano-francese
testi di Laurent Viérin, Marco Cuaz, Alessandro Parrella, Federica Caneparo
Stampa: Tipografia Duc
Prezzo: 12 €
Allestimenti: Paola Ciaschetti
Fotografie: Bruno Domaine
Grafica: Pier Francesco Grizi
Ufficio stampa: Nadia Camposaragna
Internet e comunicazione web: Paola Ugliano
Patrocini: Ass. Istruzione e Cultura della Regione Autonoma VdA, ADAVA
Info: www.regione.vda.it
www.parrellarte.com
Tel: Museo Archeologico Regionale (+39) 0165.275902
Regione autonoma Valle d'Aosta – Ass. Istruzione e Cultura
Servizio attività espositive
(+39) 0165.274401
Fax: 0165.230710
E-mail: u-mostre [AT] regione.vda.it
Inaugurazione: venerdì 3 dicembre alle 18.00
presenzieranno:
Il Presidente della Regione Augusto Rollandin
l’Assessore all’Istruzione e Cultura Laurent Viérin
il Presidente della Parrellarte Alessandro Parrella

“La conservazione della memoria storica” 8xmille per la cultura 1-2-3 dicembre a Roma

Giornata di studio

“La conservazione della memoria storica”

Progetti realizzati con i fondi dell’otto per mille dell’IRPEF a gestione statale

1 dicembre 2010 ore 9.30 - 17.30

Esposizione dei progetti finanziati e laboratorio di restauro

1 - 3 dicembre 2010

Società Geografica Italiana
Palazzetto Mattei in Villa Celimontana
Via della Navicella, 12 – ROMA


Rapporti con la stampa

MiBAC- Direzione Generale per gli archivi
Fernanda Bruno, con la collaborazione di Marta Pepe
mariafernanda.bruno@beniculturali.it tel. 0667232120 - 2175 cell.3394532551

Società Geografica Italiana
Raffaella Rizzo
ufficiostampa@societageografica.it tel. 067008279 cell.3384866090


venerdì 26 novembre 2010

Concorso La musica che aiuta Posta il tuo messaggio di solidarietà per il Malawi e vinci La Scala! 30 biglietti per il balletto Il lago dei cigni del


Project Malawi, in partnership con Teatro alla Scala - LaScalaUNDER30, mette a disposizione biglietti gratuiti per assistere a un evento straordinario sostenendo le attività di aiuto al Malawi.

Se hai meno di 30, puoi essere il vincitore di uno dei 30 biglietti per il balletto Il lago dei cigni al Teatro alla Scala di Milano, con le coreografie e la regia di Rudolf Nureyev.

Per partecipare, basta andare sulla pagina Facebook diLa musica che aiuta” (http://www.facebook.com/pages/Anteprima-Balletto-Teatro-alla-Scala-15122010/118216098242615) e inviare un messaggio di solidarietà per il Malawi.

Tra tutti i messaggi postati entro il 13 dicembre 2010, i più votati vinceranno i 30 biglietti

messi in palio per l’Anteprima del Balletto del 15 dicembre 2010 alle 20.

Il lago dei cigni

Un lago incantato, un principe, una fanciulla-cigno bianca e buona (Odette) e la sua “sosia” cattiva (Odile, il cigno nero): Il lago dei cigni è il balletto più amato del grande repertorio, e la poetica e struggente partitura di Čajkovskij lo rende indimenticabile. Quando il suo “Lago” approda alla Scala nel 1990, Nureyev tiene per sè il ruolo equivoco, speculare, del precettore Wolfgang e del mago Rothbart. Ma il protagonista assoluto è Siegfried, un principe romantico, dall’animo malinconico più che eroico. Per lui Nureyev crea ardue variazioni, è lui il centro di tutte le linee drammaturgiche del balletto, nel suo sogno che svanisce e tragicamente non lascia spazio al lieto fine.

Project Malawi

Project Malawi è programma nato nel 2005 per iniziativa di Intesa Sanpaolo e Fondazione Cariplo con lo scopo di contribuire nel lungo periodo al rilancio economico e sociale di uno dei 15 Paesi più poveri del mondo e maggiormente colpiti dall’epidemia di AIDS, in cui l'aspettativa media di vita è tra le più basse di tutta l'Africa, il 15% della popolazione è sieropositiva e 11 bambini su 100 nascono contagiati.

Project Malawi si basa sulla collaborazione tra grandi ONG operanti nel Paese e il Governo locale, come chiave per un processo sostenibile e durevole. L’Obiettivo è creare una barriera all’AIDS partendo dalla prevenzione della trasmissione del virus tra madre e figlio e affiancare all’azione sanitaria l’intervento integrato dei partner operativi del progetto nelle rispettive aree di competenza: nutrizione, assistenza agli orfani, prevenzione, sviluppo locale.
Per saperne di più www.projectmalawi.com.

Regolamento


Partecipare al concorso “La musica che aiuta” è semplicissimo:

1) inviare una mail a 15dicembre@projectmalawi.it con i propri dati:
-nome
-cognome
-data di nascita
-numero di telefono

2) nel rispetto dei diritti d'autore e delle norme interne di Facebook, pubblicare sulla bacheca della pagina Facebook (http://www.facebook.com/pages/Anteprima-Balletto-Teatro-alla-Scala-15122010/118216098242615) un’immagine:
- che contenga un tuo messaggio di solidarietà per il Malawi
- che inviti alla solidarietà e all’aiuto dei più bisognosi
- che rappresenti il tuo slogan per una campagna promozionale di Project Malawi
- che rappresenti il tuo concetto di aiuto a chi ne ha bisogno

3) votare le proprie immagini preferite cliccando su "mi piace"


Come si vince?

Le 30 foto che riceveranno il maggior numero di “mi piace”, entro e non oltre la mezzanotte del 12/12/2010, saranno le vincitrici e verranno pubblicate nell’album “classifica finale” il 13/12/2010.

I loro autori avranno al possibilità di assistere gratuitamente all’Anteprima del Balletto del 15 dicembre 2010 alle 20 al teatro alla Scala di Milano.

martedì 16 novembre 2010

Jules Maidoff - Recent Works (Firenze)













La Galleria SACI è orgogliosa di presentare la mostra

Jules Maidoff: Recent Works

18 Novembre - 18 Dicembre 2010

Inaugurazione: giovedì 18 novembre ore 15.30-21.30

PALAZZO JULES MAIDOFF FOR THE VISUAL ARTS
Via Sant’Egidio 14
FIRENZE

“La pittura non è la realità. Un buon dipinto è la presenza fisi

ca di un’idea.” Jules Maidoff

Il 18 Novembre, la SACI inaugura il nuovo Palazzo Jules Maidoff for the Visual Arts in Via Sant'Egidio 14, Firenze. L’inaugurazione del Palazzo sarà l’occasione per l’inaugurazione della mostra di opere recenti di Jules Maidoff.

Un americano con radici profonde a Firenze, e sostanzialmente nel mondo del

l’arte, Maidoff arriva per la prima volta in Italia, a Firenze, nel 1956 grazie ad una borsa di studio. Da quel momento la sua vita non sarebbe stata più la stessa: “Sentii che l’Italia mi apparteneva”. Maidoff è un instancabile “visionario”, che ha realizzato fino ad oggi più di 200 personali in tutto il mondo, nonchè il fondatore di una delle più importanti scuole internazionali di arte in Europa, la SACI (Studio Art Centers International) che a Firenze in 35 anni di attività ha formato migliaia di giovani artisti.

L’evento sarà accompagnato inoltre dal Concerto di musica barocca del complesso Cappella di Santa Maria degli Angiolini, alle 19.15, diretto dal maestro Gian Luca Lastraioli, e dallo spettacolo di scrittura-azione Mito e Contago - Omaggio al fotografo Joel‐Peter Witkin, alle 21.00, del gruppo teatrale Cerimonie crudeli con Liliana Ugolini, Giada Primavera, Giusi Merli. La regia è di Alessandra Borsetti Venier, membro del Consiglio della SACI, che presenterà il libro con il testo teatrale e immagine edito da Morgana Edizioni.

L’incontro è aperto al pubblico che potrà visitare il cortile rinascimentale, il giardino, le aule e i laboratori del Palazzo.

La Galleria SACI è aperta dal Lunedì al Venerdì ore 9-19, sabato e domenica ore 13-19.

SACI Gallery – Studio Art Centers International
Palazzo dei Cartelloni – Via Sant’Antonino 11 T (39) 055 289 948 gallery@saci-florence.edu
50123 Florence ITALY F (39) 055 277 6408 www.saci-florence.edu


lunedì 15 novembre 2010

CARLO FAYER 1940-2010 I luoghi dello sguardo e della mente | Cremona – Centro Culturale di San Vitale, Crema – Fondazione San Domenico


Carlo Fayer 1940-2010

I luoghi dello sguardo e della mente

a cura di Paolo Campiglio e Chiara Gatti

biografia di Claudio Toscani

progetto di allestimento di Gianni Macalli

10 - 26 dicembre 2010

Inaugurazioni:

venerdì 10 dicembre 2010 ore 18.00, Cremona – Centro Culturale di San Vitale

sabato 11 dicembre 2010 ore 18.00, Crema – Fondazione San Domenico

La mostra antologica "Carlo Fayer 1940-2010. I luoghi dello sguardo e della mente", presentata in concomitanza presso gli spazi del Centro San Vitale a Cremona e della Fondazione San Domenico a Crema, rappresenta la prima grande retrospettiva dedicata all'artista, attivo a livello nazionale ed internazionale già negli anni cruciali del dopoguerra. L'esposizione, patrocinata dalla Regione Lombardia, Provincia di Cremona e Comune di Crema, ripercorre attraverso 70 opere, fra dipinti, sculture e ceramiche, la sua intensa attività, articolandosi in diverse sezioni tematiche che riassumono accuratamente le tappe creative di una eclettica produzione.

La poetica pittorica di Carlo Fayer (Ripalta Cremasca, 1924), caratterizzata da una costante attenzione all'uomo e al paesaggio, da un iniziale naturalismo – volutamente disincantato e gravido delle reminiscenze intimiste ed espressioniste del movimento di Corrente – evolve presto verso una contemplazione cromatica e materica che trova nella luce la sua più alta espressione. Ma proprio da questo perenne contatto con la natura e dai suoi numerosi viaggi all'estero deriva la successiva e drastica riduzione luministica.

Toni scuri, terrigni che, uniti ad una maggiore attenzione figurativa, lo portano a soluzioni in linea con i modi del realismo esistenziale milanese, Ferroni in testa, dove la figura umana appare ridotta a puro elemento filiforme e cromatico. Nascono in questi anni i cicli dedicati agli "argini" del Po: vedute tendenzialmente monocrome, in cui prevalgono riverberi atmosferici e intonazioni argentee, definite puntualmente da Giorgio Mascherpa «grigio/argento/perla/ocra», a tratti sabbiose, volte a sintetizzare cielo, terra e acqua in un'unica esperienza estetica.

Parallelamente, alla fine degli anni Sessanta, Fayer si accosta alla terracotta e alla ceramica d'artista, dove la sua riflessione – dominata dagli stessi timbri naturali, dati dai valori della materia stessa, della creta, della terraglia – traduce le visioni padane in atmosfere più intime, dove i motivi ricorrenti dei "muri", delle stanze, degli "armadietti della memoria", citazione personalissima della coeva produzione di Melotti, si alternano a ricerche più astratte e informali, in cui il gesto libero di agire sulla materia lavorata a pollice, con istinto e rapidità, tradisce un insegnamento iniziale di Marino nelle forme scheggiate dal sapore arcaico tipiche del ciclo dei "frammenti", ripreso più tardi nei muri popolati di figure prigioniere e, allo stesso tempo, nascenti.

La mostra sarà anche occasione per far luce su una fase inedita e un po' trascurata dalla critica della ricerca del maestro che, nei primi anni Settanta si allontana progressivamente dalla realtà sconfinando in una vera e propria fase di sperimentazione inevitabilmente vicina a certe ricerche cinetiche e concettuali di quegli anni e legata alle vicende del gruppo di artisti del Cenobio di Milano.

Negli anni Ottanta matura anche pittoricamente la sua poetica del "muro": il muro non inteso come mera superficie architettonica, bensì come manufatto dell'uomo, la cui "texture" – sbrecciata o smontata – diviene una surreale ossessione dove è solo lo sguardo il vero soggetto delle sue meditazioni. Muri e finestre, coagulandosi con la figura umana, ormai parte integrante della stessa materia, diventano i motivi dominanti di questo periodo.

Nell'ultimo decennio del secolo si avvicina invece all'arte della "filatelia", da cui prende vita un particolare ciclo pittorico incentrato sul linguaggio postale e sull'immagine del francobollo. Un viaggio "à rebours" nella propria storia, ma anche nella storia dei segni, degli alfabeti e delle più comuni e popolari immagini della comunicazione che hanno illustrato il Novecento.

Ancora, nell'ambito della ricerca plastica, la mostra non tarderà a documentare una fase di produzione recente, legata soprattutto all'attività svolta presso le storiche ceramiche Ibis di Cunardo, crocevia di maestri, da Fontana a Burri, da Baj a Milani, dove Fayer ha realizzato una serie significativa di grandi steli, citazione classica dell'iconografia del totem cara alla scultura moderna.

Da non dimenticare infine la ricchissima produzione dell'artista nella sfera dell'arte sacra, cui s'è dedicato sin dagli esordi della sua carriera, come documentano le numerose partecipazioni ai migliori premi nazionali d'arte sacra, oltre a commissioni di arte pubblica e monumentali, fra vetrate, cicli d'affreschi e cicli di bassorilievi come quello per l'abside (con le storie evangeliche) della Collegiata di Offanengo o la Via Crucis ideata per il convento delle Suore Canossiane di Crema.

Accompagna la mostra un catalogo edito da Silvana Editoriale. Il volume, a cura di Paolo Campiglio e Chiara Gatti, è concepito come pubblicazione monografica con un'ampia ricostruzione biografica a cura di Claudio Toscani e apparati di Valentina Sanfelici.

Orari d'apertura:

lunedì – domenica 10.00-12.00 / 16.00-19.00

Per Informazioni:

Tel. 037385418

www.teatrosandomenico.it

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