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venerdì 15 novembre 2019

A Bologna "I Love Italy": talenti italiani si uniscono per portare ad una riflessione dell'arte e delle sue potenzialità

Dopo il grande successo avuto a Parigi presso Le Carrousel du Louvre, I LOVE ITALY, mostra itinerante internazionale che da due anni si muove in tutta Italia e all’estero per promuovere i talenti italiani, giunge ora a Bologna in una location davvero prestigiosa, in pieno centro storico, quale la Galleria Farini sita all’interno del cinquecentesco Palazzo Fantuzzi.

Stefania Comaschi

Francesca Ghidini


Ideata nel 2017 da Francesca Callipari, curatore e direttore artistico di questo progetto, “I Love Italy” è stata presentata in diverse città quali Milano, Roma, Venezia, Firenze, Torino e Parigi con notevole successo di pubblico e critica.

Obiettivo principale di questo tour di eventi è quello di promuovere l’arte italiana e dunque gli artisti più meritevoli presenti sul nostro territorio, evidenziando le bellezze e le ricchezze di questo Paese e dimostrando le potenzialità e il valore del made in Italy al fine di attuare una riflessione sul potere dell’arte quale mezzo attraverso cui avviare una rinascita culturale, economica, e sociale. 

Roberta Ferrari

Mina Mevoli


Nelle diverse tappe si è costituito sempre più un vero e proprio collettivo di artisti che di volta in volta si è arricchito di creativi estremamente interessanti con un ventaglio molto ampio di proposte che spaziano dal figurativo all’astratto, al paesaggio, all’onirico, all’Informale fino a giungere alla scultura, alla fotografia e alla moda. 


Majla Chindamo
Nella tappa bolognese saranno presentati ben 38 artisti, provenienti da tutta Italia e accuratamente selezionati, per un totale di 74 opere che ci condurranno in un percorso tra pittura, disegno, fotografia e scultura. Da segnalare all’interno della collettiva quattro artisti che presenteranno delle piccole esposizioni personali ovvero: Maria Rosaria Iacobucci con la serie di opere materiche “Mondi sospesi”; Anna Staccini, pittrice e fotografa con “Itaca dentro: l’isola che non c’è”, percorso tra fotografia e disegno; Alfredo Saviola con “Introspezione” nella quale propone una serie di astratti e Adina Ungureanu con “Mujer, Luz y orbe” incentrata su una serie di ritratti femminili.



I love Italy

A cura di Francesca Callipari
Dal 30 novembre al 05 dicembre 2019

Location
GALLERIA FARINI CONCEPT
Bologna, Via San Vitale, 23/a, (Bologna)
Orario di apertura
da martedi a domenica ore 15-19
Vernissage
30 novembre 2019, ore 18
Roberta FerrariGiuliana PellacaniRita TaglianettiMaria Strangio
Martina Sacheli, Prienne, Francesca SorrentinoCristina ModoloPaola Tramontin
Rita IoannacciFrancesca Bice GhidiniLorella RagnatelliFrancesca Scesa,
Maria Grazia Zanetti, Mauro PiccoliMaria MorraMina MevoliFlora Trojer,
Paolo GruppusoBarbara TrapaniCristina MantisiGiusi BergandiLaura Lepore,
Majla ChindamoIlaria RanzatoEleonora GnoffoStefania Comaschi
Alfredo Saviola, Maria Rosaria IacobucciAdina UngureanuAnna Staccini
Stefano PolastriMichela GorettiVittorina CastellanoAndrea Severi

sabato 9 novembre 2019

L'artista parmigiana Giovanna Tomasi commemorata nella Capitale a sette anni dalla scomparsa

Giovanna Tomasi commemorata nella Capitale a sette anni dalla scomparsa
Welleda Tomasi Cantù nella Chiesa degli Artisti di Roma in occasione della 7^ commemorazione della figlia Giovanna Tomasi.jpg
Welleda Tomasi Cantù nella Chiesa degli Artisti di Roma per la commemorazione della figlia Giovanna Tomasi - ph. Francesca Caggiati
A marzo prossimo a Roma a Palazzo Ferrajoli mostra antologica della madre e pittrice Welleda Tomasi Cantù
Noceto (PR), 9 novembre 2019 – E' stata commemorata nei giorni scorsi a Roma Giovanna Tomasi, artista parmigiana e madrina del Magmatismo, prematuramente scomparsa sette anni fa. Alla messa, celebrata nella Basilica di Santa Maria in Monte Santo in piazza del Popolo - meglio conosciuta come Chiesa degli Artisti – ha partecipato anche il Marchese Giuseppe Ferrajoli.
Giovanna Tomasi, ricordata più volte durante la funzione, può a pieno titolo essere considerata la fautrice di una nuova corrente artistica, che consiste nel “magmare” gli oggetti del vivere quotidiano, i momenti della vita, fissandoli con l'oro, l'argento e il rame, da qui il termine magmatismo, approdato nel linguaggio artistico grazie alla artista parmigiana, ma romana d'adozione. In realtà, era cittadina del mondo e le gratificazioni arrivavano da Parigi, Montecarlo e infine dalla Capitale.
Nel 2005 Giovanna dona una sua opera a Papa Benedetto XVI e da lì il legame con Roma si è via via consolidato, tanto da diventare negli ultimi anni la sua dimora principale.
Nella Capitale organizza importanti iniziative artistico-culturali a Palazzo Ferrajoli - dove Giovanna ha anche vissuto per un certo periodo di tempo – e dove ha allestito mostre ed eventi frequentatissimi da amici, personaggi dello spettacolo e del jet set, come Elettra Marconi e il Principe Guglielmo Giovanelli, nipote del celebre fisico ed inventore.
In occasione della sua trasferta romana per partecipare alla commemorazione della figlia, Welleda Tomasi Cantù, pittrice conosciuta anche all'estero per i suoi quadri raffiguranti in particolare soggetti floreali e come ambasciatrice di arte e cultura, ha posto le basi per un nuovo importante evento che si terrebbe a marzo 2020 proprio a Palazzo Ferrajoli: una mostra antologica della pittrice nocetana per celebrare gli oltre cinquant'anni di carriera artistica, in cui saranno esposte anche alcune opere della figlia Giovanna per continuare ad esporre insieme come era già successo a Parigi in occasione di diverse edizioni di Art Capital.

giovedì 17 ottobre 2019

“LUNA NUOVA”, AL M.A.C. IL DEBUTTO MILANESE DI LUNA BERLUSCONI CON FONDAZIONE MAIMERI


“LUNA NUOVA”, AL M.A.C. IL DEBUTTO MILANESE DI LUNA BERLUSCONI CON FONDAZIONE MAIMERI

Luna Berlusconi mentre dipinge - ph. Emanuele Scilleri

Dal 17 al 20 ottobre le tavole della pittrice potranno essere ammirate negli spazi dell’organizzazione culturale milanese di piazza Tito Lucrezio Caro. Protagoniste dell’esposizione le serie “Angeli”, “Icone” e “Nudi” con opere simboliche che narrano il percorso dell’artista emergente e la sua coraggiosa scelta di inseguire un sogno

È un titolo fortemente evocativo quello scelto da Luna Berlusconi per il suo personale debutto come artista nella città che le ha dato i natali, Milano. “Luna nuova”, questo il nome dell’esposizione realizzata con Fondazione Maimeri negli spazi del M.A.C. Musica Arte e Cultura e aperta al pubblico dal 17 al 20 ottobre (dalle ore 10:00 alle 18:00), celebra, infatti, l’inizio di una nuova era per la pittrice emergente. Come il novilunio è la prima delle fasi lunari, quella in cui il satellite è in congiunzione col sole, allo stesso modo le opere esposte in questa personale curata da Andrea Dusio mostrano un’artista in perfetta congiunzione con gli elementi scelti per dipingere, ovvero smalto, acrilico, magnete e supporti in legno, e testimoniano il profondo cambiamento vissuto. Dopo una vita dedicata alla carriera nel mondo dell’editoria e della televisione, senza mai smettere di inseguire la passione per l’arte e la fotografia, dal 2017 Luna ha deciso di voltare pagina iniziando il suo cammino artistico che l’ha portata a dipingere una vasta produzione di opere apprezzate, fin da subito, dagli appassionati d’arte e dai critici.


Un momento del vernissage della mostra di Luna Berlusconi al M.A.C. di Milano

Per anni la pittura è stata una valvola di sfogo, relegata ai momenti difficili – spiega Luna Berlusconi – È servito molto tempo per trovare la mia forma espressiva e lasciarmi alle spalle il senso di insicurezza che mi avvolgeva quando affrontavo colori e pennelli. Vedere le mie opere esposte a Milano, città nella quale sono nata, rappresenta il compimento di un sogno coltivato a lungo. A renderlo possibile sono state l’irrefrenabile voglia di raccontarmi attraverso l’arte e la preziosa collaborazione con la Fondazione Maimeri che ha scelto di sposare questo progetto. Ora non mi fermo, questo è solo l’inizio di una nuova fase che mi sta già regalando tantissime soddisfazioni. Sono svariati i progetti in corso e i quadri ai quali devo ancora dare vita.”

Percorrendo gli spazi del M.A.C., il visitatore potrà immergersi tra figure dipinte con colori fortemente evocativi come il grigio, il bianco, il rosso e l’azzurro, che sembrano fuoriuscire da una dimensione senza tempo; a dare questa suggestione è lo sfondo nero realizzato utilizzando un materiale insolito, il magnete. Altra peculiarità della tecnica utilizzata, definita da Luna una sorta di “non-tecnica”, riguarda il tratto: i colori sono stesi su tavole in pioppo, un supporto ligneo di origini antichissime, e listellare con pennellate a volte lineari e altre volte ripetute in maniera disordinata, per lasciare rilievi quasi sempre voluti. I lavori esposti danno voce alla storia della pittrice come racconta il curatore della mostra e critico d’arte Andrea Dusio: “Luna ha già raggiunto un traguardo che molti artisti inseguono per tutta la vita senza successo: le sue tavole parlano di lei più di qualsiasi parola, più delle cose che componevano sin qui la sua biografia personale. Attraverso la sua arte, riesce a raccontare aspetti di sé rimasti a lungo sottotraccia”.


Luna Berlusconi durante l'opening della mostra personale dal titolo "Luna nuova"

Al centro di “Luna Nuova” le tre serie che meglio riassumono la produzione artistica della pittrice: “Angeli”, “Icone” e “Nudi”. La prima è un vero e proprio crocevia tra arte e scultura; raffigurati spesso sofferenti, con grandi ali nei colori del bianco e del grigio, questi esseri sovrumani rappresentano la caducità dell’esistenza in contrapposizione alla forza rivoluzionaria di una seconda vita. “Icone” è un inno a personaggi senza tempo, come Andy Warhol e Frida Kahlo, a modelli di vita come Steve Jobs e a persone care all’artista; i loro volti prendono forma sotto i tratti decisi di Luna e dialogano con l’osservatore in un confronto diretto. I “Nudi”, invece, mostrano pose intime dove il corpo femminile è assoluto protagonista della tavola: in alcune opere i soggetti si mostrano senza pudore con sguardo seducente agli occhi dello spettatore, mentre in altre sembrano nascondersi timidamente con fare sfuggente. Nello spazio espositivo anche le due serie più recenti di Luna: “Ritratti lunghi” e “Opacità”. La prima è composta da opere che si rifanno alle icone, ma giocano sulle dimensioni, dando vita a una composizione non convenzionale e sorprendente, mentre le tavole della seconda sono caratterizzate da tensione ed emotività e invitano lo spettatore a farsi coinvolgere in una tempesta di sentimenti. Comune denominatore delle opere esposte nella mostra, accompagnata da un catalogo edito da Fondazione Maimeri, è la forma espressiva, caratterizzata da una straordinaria capacità di sintetizzare le forme. A credere nel talento di Luna è stata anche Art Now, che ha scelto di sostenere con entusiasmo l’esperienza espositiva della pittrice, primo passo importante per l’avvio di un lungo percorso artistico.



venerdì 11 ottobre 2019

Monica Zarba ritorna alle origini con una personale in Caplèra

Monica Zarba, ritorna alle origini con una personale in Caplèra
La pittrice Monica Zarba con una delle sue opere

La pittrice nocetana inaugura domenica 13 ottobre la sua nuova mostra dal titolo “Dentro”
Parteciperanno il pittore Rino Sgavetta e le Amministrazioni Comunali di Noceto e Medesano
"Medesano - PR) Ritorna alle origini Monica Zarba, pittrice nocetana da anni trasferitasi a Trento, per inaugurare domenica 13 ottobre alle 15.30 alla Caplèra – in strada Costa Garibalda, 11  a Medesano - una mostra personale dal titolo “Dentro”, nata per sottolineare l’introspezione e il legame tra passato e presente che caratterizza molte sue opere. Il passato con i suoi punti oscuri e il presente da vivere, in continua evoluzione e divenire.
Monica Zarba si avvicina alla pittura dieci anni fa, come espressione dell’incontro con le sue emozioni più profonde e la necessità di farle emergere nella loro alternanza. La ricerca del gesto pittorico e la stesura del colore in modi differenti diventano il filo conduttore che si ritrova nei suoi paesaggi, nei quadri astratti e nelle figure femminili.
Gli scuri che rappresentano il vuoto, il buio, l’oscurità vengono sovrastati dagli aranci che rappresentano la vitalità, l’energia, la luce della vita che vince sulla morte.
Nelle sue opere si ritrova una particolare attenzione nel riempire il vuoto, come espressione di un amore e una fiducia nella vita, nonostante le avversità incontrate nel suo cammino.
Ci racconta qualcosa di sé?
“Ho sempre amato l’arte in generale. La mia famiglia mi ha trasmesso l’amore per la musica classica: mio padre era tenore dilettante e mio fratello Francesco clarinettista suona in varie orchestre stabili ed è maestro di due bande della provincia. In passato ho cantato per molti anni come solista, ma mai avrei pensato di scoprire questa passione per la pittura; poi nel 2009 la svolta. La pittura è riuscita a tradurre le mie emozioni più nascoste. Ho iniziato a dipingere campi di papaveri, ispirati alla mia terra di origine, Noceto, visto che già all'epoca mi ero trasferita in Trentino. Decido così di frequentare alcuni corsi di pittura a Trento e tutti mi dicono che i miei quadri trasmettono qualcosa, ma essendo autodidatta non ho il coraggio di esporle, fino al 2016 quando incontro una persona che mi incoraggia a fare la mia prima mostra in trentino e poi nel 2018 la mia prima mostra personale nella Rocca di Noceto e una collettiva in cui ho avuto occasione di esporre anche insieme ad altri pittori nocetani e nel 2019 espongo a Pergine nella corte di Casa Stelzer con un evento dedicato al mondo femminile.”
Cosa significa dipingere per Monica Zarba?
“Dipingere è un cammino che va di pari passo con la vita stessa, è un divenire che si concretizza nel gesto ed è in quel gesto e in quella pennellata che si cerca di immortalare quell'attimo, come se fosse per sempre. Una consapevolezza che solo l’amore per se stessi e per l’altro può essere il mezzo di riscatto alla morte stessa e che serve a raggiungere la felicità. Dipingo per incontrarmi con le mie emozioni più profonde e farle emergere nella loro alternanza di gioia e tristezza, nostalgia e sogno, buio e luce, solitudine e comunione.”
Come nascono i suoi quadri?
“I paesaggi nascono dal richiamo forte dei luoghi cari alla mia infanzia, vissuta nella campagna parmense fra campi di grano, papaveri uniti ad affetti carissimi. Rivivono in me nella luce di quel tempo e si aprono ad una nuova dimensione, come sogno di una natura intatta in cui fondermi. Gli astratti invece sono un’espressione istintiva di segni, forme e colori che si muovono sulla tela a ritmo di musica e creano immagini, pensieri e sensazioni nuove. Infine, le figure femminili sono il mio corpo che sente, che vibra in una continua danza che alterna vissuti di vita e di morte. Le donne parlano con il proprio corpo che diventa tramite non verbale, pensiero.”
Che opere esporrà nella mostra che verrà inaugurata domenica 13 ottobre in Caplèra?
“Principalmente astratti che fanno parte del mio ultimo periodo e i paesaggi, in cui c’è un ritorno alle mie origini, in quanto nata e cresciuta a Noceto sono fortemente legata a questa terra. Terra come madre e materia che - in antitesi al cielo - rappresenta tutto ciò che è solido, tangibile e concreto. Il cielo è aria, libertà e spiritualità.”
Quali tecniche utilizza nei suoi quadri?
“Mi piace sperimentare, amo la matericità, utilizzare materiali naturali come il legno, i gusci di uovo negli astratti, la foglia oro, il caffè, ma dipingo anche molto ad olio, utilizzando una vasta gamma di colori e sfumature, dal nero all’arancio acceso”.
Durante l’inaugurazione ci sarà anche un sottofondo musicale che accompagnerà la scoperta delle sue opere: come mai questa scelta?
“Quando si guarda un dipinto vengono coinvolti l’occhio e l’anima, quando si ascolta una musica è l’orecchio e l’anima. Voglio far vivere un’esperienza multisensoriale che coinvolga i sensi, le emozioni. Già in passato ho abbinato durante l’inaugurazione delle mie mostre la musica e l’olistica e questa cosa è piaciuta molto. Vi aspetto numerosi in Caplèra domenica 13 ottobre, sarà l’occasione per conoscere i miei quadri e fare un brindisi tutti insieme.”

All'inaugurazione - con ingresso gratuito e brindisi finale interverranno il pittore Rino Sgavetta, molto conosciuto a Parma, e famoso anche all'estero, con il quale  Monica Zarba ha un rapporto di amicizia e condivisione dell’arte e i delegati delle Amministrazioni comunali di Noceto Medesano.

Campo di papaveri olio su tela di Monica Zarba

lunedì 23 settembre 2019

A Milano Roberta Betti ci porta alla scoperta del suo "Graffio dell'anima"

La Galleria Spazioporpora di Milano presenta la personale dell'artista toscana originaria di Chiusi



Dopo diverse esperienze espositive anche a livello internazionale l’artista toscana Roberta Betti arriva a Milano presso la Galleria Spazioporpora che dal 14 al 28 ottobre 2019 ospiterà la sua mostra personale.





Nata a Chiusi inizia la sua attività negli anni '90 dedicandosi dapprima al genere del paesaggio, ma a partire dal 2010 una profonda ricerca artistica la conduce dalla serenità dei paesaggi toscani, cosi luminosi e statici, alla forza vibrante e al dinamismo impetuoso degli astratti, ove su tele dallo sfondo prevalentemente scuro ella trasferisce le sue emozioni mediante vortici di colore e linee graffianti.



L’evento curato da Francesca Callipari con il patrocinio del Comune di Chiusi, del Museo Ugo Guidi e dell’Associazione Kouros, sarà incentrato proprio su questa produzione astratta nella quale è protagonista assoluto il colore: un colore luminoso che sembra insorgere dal fondo della tela per esplodere ed irradiarsi al di fuori di essa…  Si tratta di una pittura che è pura espressione dei moti interiori dai quali l’artista si fa guidare, attivando una ricerca introspettiva che dà luogo ad opere dal forte impatto visivo ed emozionale, con una carica energetico-spirituale senza eguali.




Da qui il titolo scelto per l’esposizione: “Il Graffio dell’anima” che testimonia il legame indissolubile sussistente tra pittura e interiorità, evidenziando le forme di questo colore sfolgorante impresso attraverso movimenti simulanti graffi che pervadono la tela e che talvolta appaiono come veri e propri cerchi concentrici. 




Sono impronte d’anima che si riversano sulla tela, squarci di luce che si aprono tra le tenebre più profonde, lasciando per sempre tracce di sentimenti ed emozioni che entrano subito in dialogo con l’osservatore.

La stessa artista afferma: 

è come se volessi graffiare l’oscurità che a volte è in noi e ritrovare arcobaleni, frammenti di luce, simboli di speranza e non solo…

La mostra, visitabile presso la Galleria Spazioporpora di Milano dal 14 al 28 ottobre 2019, sarà inaugurata giovedì 17 ottobre dalle ore 18.30 fino alle 20.30 con una presentazione a cura della curatrice e storica d’arte Francesca Callipari e in presenza dell’artista Roberta Betti.








venerdì 22 febbraio 2019

A Torino nella splendida location di Palazzo Saluzzo Paesana I LOVE ITALY, la mostra itinerante che promuove i talenti italiani


Dopo il successo avuto in diverse città quali Roma, Venezia e Firenze, la mostra itinerante I Love Italy, partita da Milano nel 2017 con lo scopo di promuovere gli artisti italiani e il made in Italy, prosegue il suo viaggio giungendo a Torino in una location di straordinaria bellezza quale Palazzo Saluzzo Paesana. 

Curata e ideata dallo storico e critico d arte Francesca Callipari, la mostra vedrà in questa occasione la collaborazione dell'Associazione Kouros di Lucca con il patrocinio del comune di Torino, di Lucca e del Museo Ugo Guidi di Forte dei Marmi.

I love Italy nasce come reazione spontanea all’immobilismo e all’insoddisfazione che caratterizzano da tempo il nostro Paese e che ci conducono sempre più a guardare oltre i confini come se l’Italia e di conseguenza l’arte italiana non avessero più nulla da dire… 

Obiettivo di questo evento sarà dunque quello di dimostrare come in realtà l'arte italiana sia sempre più viva e ricca di novità e quanto sia importante avviare al più presto una profonda riflessione sul potere dell’arte quale mezzo attraverso cui attuare una rinascita culturale, economica e sociale.   
Come già avvenuto nelle precedenti tappe,  anche per la tappa torinese sono stati selezionati 23 artisti di vario genere, offrendo un’esposizione estremamente variegata, ove scenari surreali ed onirici si accosteranno ad opere dai tratti più realistici, fino ad arrivare a composizioni astratte e concettuali. 
  
Nel corso del 2019 il progetto andrà a toccare altre città italiane, spingendosi anche all’estero dove sono già state attivate delle collaborazioni con gallerie e circoli d’arte allo scopo di promuovere gli artisti emergenti presenti sul nostro territorio ed attuare al tempo stesso un dialogo tra artisti italiani e stranieri che nelle diverse tappe potranno confrontarsi, influenzarsi ed attivare eventualmente delle collaborazioni. 

In mostra le opere di: 

Adina Ungureanu, Alfredo Saviola, Denise Filippetta, Francesca Ghidini, Francesca Scesa, Francesca Sorrentino, Gabriele Giacchino, Giampiero Murgia, Giuseppina Barbanotti, Giusi Bergandi, Luciano Tigani, Majla Chindamo, 
Manuela Chittolina, Maria Gabriella Cilento, Maria Grazia Zanetti, Maria Rosaria Iacobucci, Maria Strangio, Mina Mevoli, Roberta Del Conte, Rosa Liotto, Rosy Mantovani, Silvia Radici, Vittorina Castellano






Dal 8 AL 12 MARZO 2019 
VERNISSAGE: VENERDI' 8 MARZO ORE 18.00 
LUOGO: PALAZZO SALUZZO PAESANA , Via della Consolata 1bis Torino 
CURATORE: Francesca Callipari  
COSTO DEL BIGLIETTO: ingresso gratuito  
TELEFONO PER INFORMAZIONI: 348 8023037 
ORARI APERTURA: tutti i giorni dalle ore 15 alle 20 
E-MAIL INFO: francycall@hotmail.it 




sabato 17 novembre 2018

Mostra FIRENZE IN ARTE


FIRENZE IN ARTE
Mostra internazionale d'arte contemporanea
a cura di Sabrina Falzone, Cinta Agell e Beatriz Papotto

Inaugurazione
sabato 24 novembree 2018
ore 17.00
Firenze
ArtStudio 54
Via di Ripoli 28/r
La mostra resterà aperta fino al 10 dicembre 2018
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Dal 24 novembre al 10 dicembre 2018, la sala espositiva dell'ArtStudio 54 di Firenze ospita la prima edizione della mostra collettiva d'arte contemporanea "Firenze in Arte", contraddistinta da una caratterizzazione internazionale.

Dedicata ad un confronto tra l'arte spagnola, l'arte argentina e quella romena, l'esposizione annovera esclusivamente artisti stranieri che hanno sperimentato diverse tecniche artistiche, a partire dalla rivalutazione dell'acquerello e dell'intarsio alla pittura su supporti inediti come plastica e metallo o su quelli più usuali come legno e tela, fino alla più tradizionale pittura ad olio.

"L'eclettismo contemporaneo non smette di sorprendere - afferma la curatrice Sabrina Falzone – portando una ventata di novità tecnica e stilistica. Dall'Europa all'America la necessità di sperimentare sempre differenti tecniche-artistiche determina un'incessante ricerca nel campo delle arti visive, tendente ad esplorare nuovi materiali e i supporti più impensabili. Plastica, metalli, carta, plexiglass vengono utilizzati con una nuova nobilitazione artistica.
Se da un lato si ravvisa una tendenza sia europea che argentina a riscoprire nuovi metodi pittorici, dall'altro si manifesta una controtendenza orientata ad una rivalutazione di tecniche dimenticate o oggi desuete come l'intarsio ligneo".

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ARTISTI
Cinta Agell, Esther Arnuelos, Sabela Baña, Teresa Beltran, Carmen Berges, Susana Cirille, Rosalia Colomer, Mary Dany, Elsa Felipovich, Rosana Fisichella, Esperanza Garcia, Alma Grondona, Higuera, Ana Marìa Letizia, Claudia Lopez Grillo, Estela Lopez, José Miguel Marchese, Alicia Miner, Nietto, Maite Ordèriz, Alicia Pugliese, Ana Ramìrez Dalinger, Leticia Rossi, Liliana Sànchez, Nancy Spinelli, Georgeta Stefanescu, Silvia A. Tomassi, Virginia Tripicchio, Clara Gracia.

In collaborazione con:
Movimento artistico Art Nou.
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FIRENZE IN ARTE

Firenze                                   
ArtStudio54
Via di Ripoli 28/r

Inaugurazione
sabato 24 novembre 2018, ore 17.00 (ingresso libero)
Apertura al pubblico
dal 24 novembre al 10 dicembre 2018
Orari della mostra
da lunedì a sabato: 9.00–13.00 / 14.00–19.00
domenica e festivi chiuso

venerdì 28 settembre 2018

Marcos Tamargo nella collettiva “Escapes” 2 ottobre – 2 dicembre Espinasse 31

Marcos Tamargo, l'artista viaggiatore e narratore del suo tempo per la prima volta in Italia nella collettiva "Escapes"

2 ottobre – 2 dicembre Espinasse 31  



"L'arte deve essere trasgressiva e comunicativa, non lasciare la gente indifferente, un artista deve essere narratore del suo tempo".

L'artista spagnolo Marcos Tamargo dipinge le sue tele come un viaggiatore scrive il suo diario di bordo, ogni opera rappresenta uno dei suoi viaggi e ogni colore rievoca il ricordo di una città vissuta: "Io e i miei quadri andiamo di pari passo, ho modellato il paesaggio con il mio modo personale di vedere, non c'è nessuna differenza tra me e loro". Definito un artista plastico per la varietà dei materiali e delle tecniche utilizzate, Marcos espone per la prima volta in Italia, grazie al progetto della residenza d'artista milanese "Espinasse 31". Dal due ottobre al due dicembre, durante la retrospettiva "Escapes", il rapporto tra l'uomo e la materia, nelle sue infinite trasformazioni, sarà protagonista delle sue tele. "Nelle mie opere cerco di usare materiali che trovo durante i miei viaggi per cercare di rievocare le emozioni e le esperienze vissute e per rafforzare il legame con il territorio.

 "Il quadro Today, esposto in mostra, è stato realizzato durante uno dei miei viaggi in Kenya, quando una galleria di arte africana mi propose il progetto di residenza d'artista lì. Sono originario delle Asturie e ho vissuto bene per cinque anni a New York, a Londra, a Miami, in ambienti industriali, più oscuri e non è che li rinneghi ma c'è una svolta dopo la mia vita in Kenya. Era la prima volta che vivevo in un luogo non industriale, e questo mi ha fatto percepire altri aspetti. Ebbi subito l'ispirazione ammirando la luce e i paesaggi, ogni immagine in Kenya potrebbe essere un quadro. E' stato qui che ho capito di non poter più abbandonare l'Africa e i suoi colori e ho deciso di dipingere questa tela, con una tavolozza di colori terrosi, caldi". Nella serie realizzata durante il suo viaggio in Kenya, la tavolozza di Marcos si alleggerisce e i colori aumentano: ocra, toni terrosi, marroni, rossi, la luce invade tutto e segna un'intensa flessione nelle sue successive serie "Anabasis", ispirate al racconto omonimo dello scrittore greco Senofonte.

Qui la pittura diventa più materiale, più vicina, grazie anche alla ricerca degli elementi selezionati dalla materia organica quali terra, fiori, legno, radici, felci, oggetti semplici e umili che oltre a caratterizzare il luogo stesso, ci raccontano di lavoro, collegamenti ed emozioni tangibili.  Dal Kenya, dove viene introdotto l'uomo nel suo paesaggio, ad Anabasis, dove si comincia ad avere un tono più simbolico, secondo una ricerca personale e anonima, l'artista vuole trasmettere un messaggio universale, dove la luce intensa e commovente annuncia un esito felice nell'avventura del viaggio interiore, alla ricerca della conoscenza.

L'ispirazione per Marcos parte sempre da un viaggio e prende forma e colore a contatto con una nuova cultura e con nuove conoscenza, in questo modo l'artista diviene narratore del suo tempo e l'arte non esprime altro che il suo modo di vivere.

Esposto in varie istituzioni culturali europee ed importanti collezioni come il Patrimonio Nazionale e la Società Ispanica di New York, Marcos Tamargo è conosciuto anche per essere diventato in Spagna l'ambasciatore di "Winsor & Newton", il primo brand a ricevere la Royal Warrant dalla Regina d'Inghilterra.

Le altre tele esposte in mostra come "Travel"e "Her smile" evidenziano la trasformazione della materia in forma di texture e mettono in risalto le venature del colore che indagano la natura e la sua essenza. In questo modo anche lo spettatore si sente più vicino all'opera e riesce a percepire le stesse sensazioni di Marcos: "per me il compito del pittore è quello di comunicare, la pittura è un apprendimento senza fine. Ricercando e studiando, dipingendo e vivendo, tutto ciò costituisce un unico orizzonte nel mio lavoro, dove  cerco di trasmettere le mie esperienze, la mia vita, più viaggio più osservo e più penso di avere il dovere di trasmettere".

Poter poi condividere del tempo all'interno di una residenza con altri artisti permette un continuo scambio di idee e di comunicazione e Marcos Tamargo ha voluto cogliere subito quest'opportunità in Italia che lo vede esporre per la prima volta: "Sono molto entusiasta di aver conosciuto Antonio Castiglioni, proprietario di Espinasse 31 e di avere avuto da lui questa possibilità. Per un artista come me, abituato a viaggiare tra la Spagna, la Svizzera, l'Africa, la Germania, l'America, non è sempre facile organizzarsi e coordinare ogni cosa. Il team di Espinasse 31 è stato per me come una famiglia, spero ci siano altre occasioni da poter condividere insieme".

Annaida Mari

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