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mercoledì 25 gennaio 2017

GRANDE MOSTRA > MANOLO BLAHNIK. The Art of Shoes > 26 gennaio - 9 aprile 2017 > Palazzo Morando | Costume Moda Immagine, Milano


MANOLO BLAHNIK. The Art of Shoes
26 gennaio - 9 aprile 2017
Palazzo Morando | Costume Moda Immagine, Milano



Dal 26 gennaio al 9 aprile 2017, le Sale museali di Palazzo Morando | Costume Moda Immagine ospitano la mostra "MANOLO BLAHNÍK. The Art of Shoes" a cura di Cristina Carrillo de Albornoz, promossa da Comune di Milano | Cultura, Direzione Musei Storici, prodotta e organizzata da Arthemisia Group in collaborazione con Manolo Blahník.

Palazzo Morando è la sede deputata alla conservazione e alla valorizzazione del ricchissimo patrimonio di abiti e accessori antichi e moderni del Comune di Milano. 

La civica raccolta di calzature attualmente comprende circa 300 esemplari databili tra il XVI e il XX secolo: dalle scarpe rinascimentali ritrovate durante gli scavi intorno all'area del Castello Sforzesco di Milano, all'alta moda. 

La mostra si configura quindi come un'occasione di reciproca valorizzazione, tra l'oggetto antico musealizzato e le moderne creazioni dello stilista.

Prima esposizione in Italia dedicata all'iconico couturier spagnolo, nelle stanze della Pinacoteca e dell'appartamento Morando Attendolo Bolognini è in mostra una nutrita selezione di scarpe (212 modelli) e disegni (80) che coprono 45 anni di attività dello stilista.

La mostra è un'occasione irripetibile per ammirare le migliori creazioni calzaturiere, vere e proprie opere d'arte che proprio in Italia, nell'hinterland milanese, prendono forma in aziende che ancora portano avanti una vocazione artigianale. 

Ma non solo: l'esposizione intende raccontare ed evocare la profonda influenza che l'arte e la cultura italiana hanno avuto e hanno ancora oggi sullo stilista

Dalla scultura greco-romana al barocco, dal capolavoro di Luchino Visconti - Il Gattopardo - ai coralli di Sicilia, tutto questo e molto altro ancora si ritrovano nelle scarpe visionarie di Manolo Blahník.

Milano è stata scelta dallo stilista per il suo forte legame con l'Italia, patria dell'arte e dell'artigianato riconosciuti in tutto il mondo, e Palazzo Morando | Costume Moda Immagine, proprio in virtù della sua stessa vocazione, è la cornice prestigiosa e ideale per ospitare questa mostra.

Custoditi nell'archivio privato dello stilista che conta oltre 30.000 modelli, Manolo e la curatrice Cristina Carrillo de Albornoz hanno selezionato 212 scarpe e 80 disegni

Questi ultimi rappresentano una riflessione personale del lavoro del grande designer e attraverso la loro essenza rivelano le sue passioni, che sono la fonte della sua ispirazione: le espressioni artistiche quali l'architettura, l'arte, la letteratura e il cinema, la botanica, la cultura di paesi quali l'Italia, la Russia e la Spagna nonché la storia del XVIII secolo.

La mostra è divisa in sei sezioni che esaminano i temi costanti e ricorrenti della carriera di Manolo Blahník.

La prima sezione, la più vasta, è intitolata Core in cui sono esposte le calzature dedicate a personaggi storici e contemporanei che hanno ispirato o avuto un ruolo importante nella vita di Blahník: da Alessandro Magno a Brigitte Bardot, sino a Anna Piaggi, leggendaria direttrice di Vogue Italia.

La seconda, Materiali, comprende una selezione di scarpe che illustrano l'attenzione per il dettaglio elaborato e la ricchezza di materiali e colori usati con maestria squisita.

La terza sezione esamina la sua passione per l'arte e l'architettura e il modo in cui queste ispirano le sue "costruzioni".
La quarta sezione, Gala, espone una selezione delle scarpe più fantasiose dello stilista mettendo in evidenza la sua ironia e creatività: in questa sezione sono presenti le scarpe Marie Antoinette.

La quinta sezione è dedicata alla natura, al suo profondo amore per il mondo botanico, evidente fin dalla prima collezione.

Nell'ultima sezione sono esaminate le varie influenze geografiche e ambientali: qui sono i modelli ispirati a Spagna, Italia, Africa, Russia, Inghilterra e Giappone.

Il pubblico della mostra potrà immergersi nella vita straordinaria di Blahník grazie alle immagini esclusive che lo ritraggono al lavoro e grazie ai suoi disegni artistici.

In questa visione unica del "DNA del design" e del colorato universo di Manolo Blahník, la mostra invita il pubblico a pensare la scarpa in modo diverso, al di là della moda e a considerarla come puro oggetto, fantasioso e dinamico: una forma d'arte con personalità propria e indipendente.

Oltre alle calzature di Manolo Blahník, nelle Sale museali del palazzo è esposto un piccolo nucleo di scarpe provenienti dalla collezione delle Civiche Raccolte Storiche selezionato da Chiara Buss, storica del costume e del tessuto. 

Non tanto un confronto, quanto una sorta di controcanto dove i modelli antichi convivono con le creazioni di Manolo, impreziosendosi a vicenda e, al contempo, rendendo chiaro il percorso creativo che ha caratterizzato l'evoluzione della calzatura nel corso di cinque secoli, dal Cinquecento sino ai primi anni Novecento.

L'esposizione è accompagnata dal catalogo firmato da Cristina Carrillo de Albornoz e pubblicato in edizione italiana Skira e in edizione inglese Rizzoli. Il volume raccoglie le conversazioni tra Manolo e la curatrice, attraverso un elenco dalla A alla Z guida il lettore alla scoperta delle motivazioni e passioni dello stilista.

Dopo Milano, la mostra approderà al Museo dell'Hermitage di San Pietroburgo in quella Russia che è stata per Blahnik una fonte d'ispirazione costante; passerà poi al Museum Kampa di Praga nella Repubblica Ceca, patria del padre dell'artista; infine sarà ospitata al Museo Nacional de Artes Decorativas di Madrid, quale omaggio di Manolo Blanhík alla sua terra natale. Meta del 2018 sarà il prestigioso Bata Shoe Museum di Toronto, in Canada.

La mostra vede come sponsor tecnico Trenitalia, hotel partner Four Seasons ed è consigliata da Sky Arte HD.


I Tesori Nascosti: Sgarbi all'attacco

Napoli: presentato il catalogo della Mostra da Vittorio Sgarbi

Durante l'incontro lo storico dell'arte attacca il direttore del museo di Capodimonte, gli fa eco l'ex sovrintendente Nicola  Spinosa: "Questa volta Vittorio Sgarbi ha ragione".


      Napoli, 24 gennaio 2017 – Presentato, ieri alla Basilica di Santa Maria della Pietrasanta, da Vittorio Sgarbi, il catalogo della mostra "i Tesori Nascosti. Tino da Camaino, Caravaggio, Gemito". 

La pubblicazione, postuma rispetto all'apertura dell'esposizione che è avvenuta il 6 dicembre scorso e che terminerà il 28 maggio 2017, a cura di Vittorio Sgarbi e Pietro Di Natale, è stato realizzata dalla casa editrice Maggioli Musei con progetto grafico di Sara Pallavicini. 

All'interno sono illustrati gli oltre 150 capolavori di circa 60 autori, provenienti da collezioni private ed esposti nella basilica da poco restaurata, che tratteggiano un quadro della geografia artistica italiana di opere realizzate in un arco temporale che va dal XIII al XX secolo. 

Il catalogo, formato 28 X 32 cm. che conta 393 pagine, sarà in vendita al costo di 45 euro.

Alla presentazione del catalogo sono intervenuti anche due rappresentati di Governo: Antimo Cesaro, Sottosegretario Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e Gennaro Migliore, Sottosegretario Ministero della Giustizia, ma anche lo storico dell'arte Nicola Spinosa, il rettore della basilica Monsignor Vincenzo De Gregorio e Gianni Filippini produttore esecutivo della mostra.

Durante la conferenza stampa, alla presenza di oltre 650 invitati tra collezionisti, appassionati d'arte e persone che avevano già prenotato il catalogo della mostra, Vittorio Sgarbi ha spiegato i contenuti della stessa pubblicazione e illustrato i contenuti del suo saggio introduttivo durante il quale ha più volte puntato il dito contro il direttore del museo di Capodimonte, reo di aver più volte accusato lo stesso Sgarbi di portare avanti operazioni d'immagine poco culturali e più legate a promozione d'immagine.

  "Bellenger è un gran maleducato - ha detto Sgarbi durante l'incontro a Napoli - che non ha alcun rispetto e che non sa di cosa parla. Va cacciato, non può fare il direttore di un museo come Capodimonte non avendo diplomazia ed essendo uno straniero privo di rispetto. Faccia lo spiritoso a casa sua non qui. Liquidarlo sarà d'ora in poi il mio pallino".

Nicola Spinosa sostiene la tesi di Sgarbi e precisa: "Questa volta Vittorio Sgarbi ha perfettamente ragione, non si può alzare un polverone su una mostra così interessante come quella dei Tesori Nascosti, per giunta senza averla neanche visitata. Non dimentichiamo che le problematiche di Capodimonte non si risolvono con un quadro sgranato come la Suonatrice di Liuto di Vermeer, che altri musei lasciano in cantina, ma con un lavoro costante di promozione e programmazione".  





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martedì 24 gennaio 2017

A Parma inaugurato lo spazio espositivo "Parma per le Arti"

A Parma inaugurato lo spazio espositivo "Parma per le Arti" 

In mostra fino al 4 febbraio opere di artisti italiani dell’800 e ‘900

Da sx Michele Bersellini (Presidente) - Francesca Asti (Curatrice mostra) - Arch, Alberto Cacciani (Vice Presidente)

Parma, 24 gennaio 2017 – E’ stato inaugurato nei giorni scorsi, con notevole affluenza di pubblico, il nuovo spazio espositivo “Parma per le Arti” in borgo del Gallo 6, in pieno centro storico a Parma. Una nuova realtà che si occupa di arte e cultura a tutto tondo, nata dalla passione dei soci promotori Michele Bersellini e l’architetto Alberto Cacciani, rispettivamente presidente e vice presidente della neonata società cooperativa che gestisce lo spazio, coadiuvati da Francesca Asti, storica dell’arte e curatrice della mostra in corso: “La meraviglia della luce. Pittori italiani tra ‘800 e ‘900”.
Una mostra di oltre trenta opere tra dipinti olio, tempera, pastello, acquerelli e sculture di bronzo in stile Liberty, provenienti da collezioni private e dalla Galleria Farart di Tortona, specializzata in secondo Ottocento e primo Novecento italiano.
In esposizione autori di grande interesse artistico come: Giuseppe Pellizza da VolpedoEmilio Longoni, e Antonio Fontanesi, per la sola giornata inaugurale, Ettore TitoAngelo VernazzaEnrico SartoriGiulio Aristide SartorioOdoardo BorraniGuido CarmignaniCecrope BarilliRiccardo FainardiAmos NattiniPio JorisMichele GordigianiGiuseppe CasciaroSalvatore MarchesiAmedeo Bocchi e Matteo Olivero, in cui il tema della luce viene ripreso e interpretato, in modo sempre diverso e originale, per tutto il periodo espositivo. Un excursus storico tra vite e sensibilità differenti, che hanno saputo raccontare un passato non troppo lontano attraverso le loro opere.
“Parma per le Arti” vuole essere non solo galleria d’arte moderna e contemporanea, sede di mostre personali e collettive, ma punto di incontro per la cultura a Parma, che grazie ai diversi ambienti dislocati su due livelli, ospiterà anche corsi, presentazione di libri, incontri con artisti e altre iniziative culturali, allo scopo di valorizzare le forme artistiche della città, ma più in generale del Paese, nelle sue diverse espressioni.
Un nuovo punto di riferimento per gli appassionati d'arte, che si propone di offrire a giovani artisti locali e nazionali la possibilità di farsi conoscere e apprezzare, ma anche di fornire una ricollocazione e rivalutazione ad artisti del passato meno conosciuti, ma di alta qualità e pregio.
La società cooperativa ha infatti già in programma due importanti esposizioni: la prima comprenderà un'ampia cerchia di opere legate alla corrente del "divisionismo" in Italia; la seconda, invece, sarà dedicata esclusivamente a opere del celebre pittore Guido Reni e dei suoi seguaci.
La mostra in corsoad offerta libera, è visitabile fino al 4 febbraio tutti i giorni dalle 16.00 alle 19.30, il mercoledì e il sabato anche al mattino dalle 10.00 alle 13.00.

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lunedì 23 gennaio 2017

OLIVIERO TOSCANI. PIU' DI 50 ANNI DI MAGNIFICI FALLIMENTI | WHITELIGHT ART GALLERY c/o COPERNICO MILANO CENTRALE | 16 FEBBRAIO - 28 APRILE 2017

OLIVIERO TOSCANI
PIU' DI 50 ANNI DI MAGNIFICI FALLIMENTI

A cura di Nicolas Ballario
Whitelight Art Gallery
Copernico Milano Centrale
Via Lunigiana angolo Via Copernico
16 febbraio – 28 Aprile 2017


La mostra che celebra la carriera di Oliviero Toscani verrà presentata dal 16 Febbraio al 28 Aprile 2017 presso Whitelight Art Gallery – all'interno del workspace Copernico Milano Centrale, la cui vocazione è sostenere l'arte, la creatività e la cultura nell'ambiente lavorativo.

Un'esposizione che mette in scena la potenza creativa e la carriera del fotografo, attraverso le sue immagini più note che hanno fatto discutere il mondo su temi come il razzismo, la pena di morte, l'AIDS e la guerra. 

Tra i lavori in mostra il famoso Bacio tra prete e suora del 1991, i Tre Cuori White/Black/Yellow del 1996No-Anorexia del 2007 e decine di altri.

In mostra anche i lavori realizzati per il mondo della moda, che Oliviero Toscani ha contribuito a cambiare radicalmente, dalle celebri fotografie di Donna Jordan fino a quelle di Monica Bellucci, oltre ai ritratti di Mick JaggerLou ReedCarmelo BeneFederico Fellini e i più grandi protagonisti della cultura dagli anni '70 in poi.

Un'altra opportunità arriva insieme all'esposizione: per un solo giorno e per un numero limitato di 40 persone, sarà possibile diventare i soggetti di una fotografia di Oliviero Toscani. 

Il giorno 15 Febbraio dalle 14 alle 22 infatti, presso Whitelight Art Gallery, sarà  possibile acquistare il proprio ritratto realizzato dall'artista. 

Verrà allestito negli spazi della galleria un set fotografico, per uno speciale shooting firmato da Oliviero Toscani. 

L'immagine, firmata ed autenticata , sarà consegnata sia in cartaceo, sia in digitale, e con essa verranno ceduti i diritti ad uso esclusivamente personale. 

Questo set rientra nel progetto Razza Umana, che Oliviero Toscani da anni porta avanti realizzando ritratti nelle strade e nelle piazze del Mondo. 

«RAZZA UMANA è frutto di un soggetto collettivo - ha scritto il critico Achille Bonito Oliva - lo studio di Oliviero Toscani inviato speciale nella realtà della omologazione e della globalizzazione. 
Con la sua ottica frontale ci consegna una infinita galleria di ritratti che confermano il ruolo dell'arte e della fotografia: rappresentare un valore che è quello della coesistenza delle differenze».


Per info e prenotazioni:
Whitelight Art Gallery
www.whitelightart.it



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www.CorrieredelWeb.it

domenica 22 gennaio 2017

Amy-d Arte Spazio, Milano: mostra "Mariella Ghirardani. Il disegno dell'acqua"

AMY D Arte Spazio presenta:
Il disegno dell'acqua
di
MARIELLA GHIRARDANI


dal 02 febbraio al 19 febbraio 2017
opening 02 febbraio h.18.30
testo critico: Rosella Ghezzi


"Rendere l'idea dello spazio: è su questo che ho iniziato a lavorare; è questo il principale insegnamento che mi ha lasciato il Maestro Hidetoshi Nagasawa. 

Il fatto che lui mi abbia assegnato, da studentessa, come primissimo compito quello di disegnare l'acqua ha segnato profondamente il mio procedere.

Nell'acqua c'è tutto: il movimento, la luce, la profondità, la vita. 

Nell'acqua ci sono le relazioni dello spazio, che tu devi saper captare tutte in una volta se vuoi rendere il suo senso. 

Cogliere l'acqua è come sfondare un muro. 

Quando capisci l'acqua capisci lo spazio. 
Sino a togliere tutto quanto il superfluo.

"Il mio modo di lavorare, non è legato in senso stretto né alla pittura né alla scultura ma all'opera. Anche se a volte sento il bisogno della tela, del produrre un lavoro da attaccare al muro… io rimango comunque una scultrice, che realizza opere da terra, da parete, su carta o su tela. 
Il vuoto è parte di ogni mio lavoro. Mette in evidenza tutto quello che di concreto e palpabile contiene e sottolinea, rilevandolo, ciò che solitamente sfuggirebbe: il contorno dell'opera… lo spazio, l'aria. In queste mie sculture recenti il vuoto lo ottengo con la materia stessa e attraverso l'uso di superfici specchianti. 
La materia, riflettendo se stessa, svela un po' della sua interiorità. 
In genere le mie sculture sono composte da più elementi, e quando i differenti elementi si specchiano l'uno nell'altro, l'uno diventa l'anima e il fulcro dell'altro.
Lo specchio diventa una sorta di finestra in grado di mostrare qualcosa dall'interno".

Il disegno dell'acqua, è un percorso che compendia tutti i differenti aspetti della ricerca artistica di Mariella Ghirardani, ma è anche, e forse soprattutto, il racconto di una formazione estetica e spirituale, compiuta sotto l'egida vigile e millenaria della natura.

Emergono apparenze riconoscibili come memorie oniriche e quasi musicali di un viaggio compiuto dentro la memoria di viaggi, in un procedimento freudiano applicato alla pittura. 

Quello di Mariella Ghirardani è un viaggio verso qualunque Oriente: un "dentro" che è dentro la pittura. Nulla di descrittivo, di aneddotico, in lei, che punta comunque a rappresentare le essenze. 

In alcune sue opere la simbologia dell'Enso collegata con il lemniscata occidentale è espressione di infinito che unisce il visibile e il nascoso, il semplice e il profondo, il vuoto e il pieno. 

Quindi non solo un semplice cerchio disegnato con un'unica, ampia, pennellata, ma il simbolo dell'infinito, vuoto, la 'non-cosa', il perfetto stato meditativo Satori (l'esperienza del risveglio, inteso in senso spirituale, nel quale non ci sarebbe più alcuna differenza tra colui che si "rende conto" e l'oggetto dell'osservazione). 

Nell'opera dell'artista, le due realtà si fondono in un'unica entità in cui passato e presente coesistono simultaneamente, nel taglio dello spazio, come un fondale di scena fisso.

Mariella Ghirardani è torrida fucina di idee che la portano a misurarsi con una sorprendente pluralità di linguaggi, associando liberamente intuizioni e pulsioni a materiali, pigmenti, volumi. 

Gli esiti di questo ricercare sono diversi, ma tutti apparentati da un senso di profonda trascendenza e dall'espressione di un senso del sacro che cerca e rintraccia soprattutto nella natura, intesa come spazio aperto alla relazione. 

E alla natura l'artista guarda tenendo sempre vivo l'incanto dell'ispirazione, nel suo significato più antico: perché Mariella Ghirardani è artista "ispirata", viene da dire combusta, dalla propria ispirazione. Lo si capisce cogliendo la concentrazione con la quale racconta le proprie opere, nel modo in cui fra di loro, nel generoso laboratorio della sua casa, si muove, le sposta, le osserva, sembra vederle sempre per la prima volta, pronta ad accendersi a ogni nuovo suggerimento interiore. 

L'artista possiede un complesso immaginario creativo in cui arte, filosofia e poesia dialogano con l'indagine psicologica. 

Con questi strumenti, straordinariamente maneggiati, disegna i propri "paesaggi" che sono, prima di qualunque altra istanza, interiori. 

Nascono opere che ospitano spesso grandi silenzi, evocano spazi dilatati, e in cui, con intermittenze metropolitane, tuttora tempra e affina le proprie inquietudini.

Mariella Ghiradani è nata a Parma, vive e lavora a Milano.
Tra le principali esposizioni personali sono da ricordare quelle alla Casa degli Artisti, a Milano, nel 1985, 1988, 1997, 2000; alla Galleria Marianne Maier, a Milano, nel 1995; alla Galleria Fabia Calvasina, a Milano, nel 1997; allo Spaziotemporaneo, a Milano, e allo Studio Cristina Del Ponte, Locarno (CH), nel 2002.
Partecipa alla XL Esposizione Biennale Internazionale d'Arte, Magazzini del Sale, Venezia, nel 1982 e alle principali mostre realizzate a cura della Casa degli Artisti, sia a Milano che in altre sedi. 
Tra le esposizioni collettive alle quali è invitata da ricordare: Fabbrica. Nuova arte contemporanea, ex Fabbrica Mida, Brescia, nel 1989; Trattative con Euclide, nel 1992, Disordine nel 1993, e Le ombre nel cassetto nel 1994, allo Spaziotemporaneo, Milano; Scossa, Care/of, Cusano Milanino, (MI), nel 1994; Immagine rinnovata, Antico Monastero delle Agostiniane, Monte Carasso, (Bellinzona - CH), nel 1999; Segno e Materia, Villa Borromeo, Senago (MI), nel 2004 e la presenza alla XIII Biennale Internazionale di Scultura di Carrara nel 2006. 
Si ricordano anche: personale Occhio di strega, 14 febbraio-14 marzo 2007, galleria Spaziotemporaneo, via Solferino 56, Milano, a cura di Federico Sardella; personale Mariposa, 17 ottobre-17 novembre 2012, galleria Spaziotemoraneo, via Solferino 56, Milano, a cura di Federico Sardella; collettiva alla fondazione Mudima la Mente e il Giudizio, 12- 23 dicembre 2013, via Tadino 26 Milano; collettiva KattenKabinet, 18 maggio 2016, MARS, via Guinizzelli 6, Milano; No Place 2, castello di Fombio (Lodi) 12 marzo 2016; in principio è la Terra, forte di Gavi (AL), 27 maggio-15 settembre 2016.

AMY D Arte Spazio
Via Lovanio 6, 20121 Milano
MM Moscova
www.amyd.it, info@amyd.it, 02.654872

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