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mercoledì 6 aprile 2016

Mostra personale di pittura di Agnes Preszler - 10-17 aprile - Prefettura di Frosinone


S’inaugura domenica 10 aprile alle ore 10 la mostra personale della pittrice Agnes Preszler nella sala espositiva della Prefettura di Frosinone. I visitatori avranno un assaggio della sua ricca e costante produzione artistica che spazia dai ritratti e nudi alle nature morte e paesaggi. Immancabili le copie d’autore della collezione di grande successo “La Ciociaria nell’arte dei maestri dell’800” (recentemente arricchita di nuovi pezzi), che affiancheranno le opere originali dell’artista.
Durante la settimana l’accoglienza dei visitatori sarà curata dagli alunni del Liceo Artistico Anton Giulio Bragaglia, con orari 16-19, mentre nelle domeniche la mostra sarà aperta anche la mattina (dalle 10 alle 13) quando la pittrice realizzerà estemporanee nella piazzale antistante (Vittorio Veneto).
La mostra si inserisce nel progetto “Cerchiamo il centro” dell’Assessorato alla riqualificazione del centro storico del Comune di Frosinone (patrocinante della mostra) che avrà inizio lo stesso giorno con un programma molto ricco.




martedì 16 marzo 2010

Luigi Le Voci, l'ultimo grande artista bohemien



Dell’artista Luigi Le Voci – originario di Castrovillari, ma tramutatosi rapidamente in amante passionale delle grandi città europee – hanno scritto, negli anni, firme importanti del panorama critico italiano, da Luigi Carluccio a Giovanni Arpino, Massimo Mila e Marziano Bernardi. Fu proprio quest’ultimo – storico critico del quotidiano La Stampa – a scoprirlo, seguirlo e sostenerlo negli anni passati dall’artista a Torino, prima come studente della facoltà d’architettura e poi ribelle e idealista promotore di se stesso con l’apertura, nel 1976, dello Spazio Le Voci, in cui esponeva le sue opere per venderle direttamente al pubblico, saltando a piè pari il mondo delle gallerie d’arte. «Un romantico nel senso Ottocentesco della parola», così lo definiva il grande critico torinese, «candidamente emotivo […], d’una assoluta sincerità di sentimenti, che osa dipingere dei violinisti in estasi, dei frati invasati di misticismo alla Greco, e ricupera i saltimbanchi del primo Picasso ma in chiave di passionalità disarmata». Ogni recensione dedicata al lavoro di Le Voci propone un’influenza nuova, un grande nome della storia dell’arte da accostare al suo gesto pittorico irrequieto e vivo, serpeggiante e frizzante in tracce concise, frammenti di segno, slanci e soprassalti di accenti: un tocco volante e guizzante alla De Pisis; e poi ancora Toulouse Lautrec, Velazquez filtrato attraverso Manet, il pizzico fiabesco alla Chagall e alla Utrillo. Questi riferimenti, che senza dubbio nobilitano l’artista, non devono però far pensare ad una mancanza di personalità. Le Voci ha un linguaggio individuale che si inserisce nella tradizione dei pittori di strada e che fa di lui l’ultimo grande bohemien; originale proprio per il suo legame alla figura in un periodo storico di costante fuga informale. Un linguaggio pieno di forza e di tensione lirica, fatto dell’irrequietezza demoniaca di un universo romantico. La sua pennellata, ora corposa e opulenta, ora levigata fino a rasentare la velatura, è stata capace di cogliere scorci caratteristici di città quali Parigi, Torino e Milano, restituendone delle cartoline animate. Grazie ad un ben miscelato impasto di agilità pittorica, perizia grafica e freschezza, è sempre riuscito a sottrarre le immagini all’ovvietà, facendone dei quadri pieni di garbo e coinvolgente allegria. È ciò che accade anche per gli oltre quaranta dipinti che compongono questa personale che gli dedica il MACA – Museo Arte Contemporanea Acri – in collaborazione con la BCC Mediocrati di Rende (Cs) –, e che rappresentano l’ennesima sensuale frattura che il pittore intende aprire nella rigidità del mondo. Le Voci è un artista profondamente europeo, come sapevano esserlo i suoi colleghi del XIX secolo. I suoi gesti rapidi, eppure vigorosi, fatti di una tecnica ricca di preparazione didattica trasfigurata attraverso un animo irrequieto ed una fantasia esuberante, vivificano gli angoli parigini così come le strade di Milano ed i panorami calabresi di cui sono rievocati i teneri fantasmi attraverso pennellate che sbocciano come fuochi d’artificio.

Mostra: Luigi Le Voci, l’ultimo grande artista bohemien
Luogo: MACA – Museo Arte Contemporanea Acri Palazzo Sanseverino, Piazza Falcone 1, 87041, Acri (Cs)
Curatori: Boris Brollo, Federico Bria
Periodo: 27 marzo – 30 maggio 2010
Vernissage: 27 marzo 2010 ore 18
Orario: 9-13 e 15-19, chiuso il lunedì
info: Museo – tel. 0984953309; Ufficio stampa MACA - tel. 0119422568 maca@museovigliaturo.it www.museovigliaturo.it

mercoledì 29 aprile 2009

Monet il tempo delle ninfee

A PALAZZO REALE LA MOSTRA "MONET IL TEMPO DELLE NINFEE"
Finazzer Flory: "Un'esposizione per ripensare il rapporto con la natura"

Milano, 29 aprile 2009 – "Con Monet - il tempo delle ninfee abbiamo voluto porre tre questioni: Monet non è il padre dell'impressionismo ma dell' 'immersionismo', dobbiamo immergerci nelle cose per vederle. La seconda questione è che questa mostra é dedicata a chi vuole imparare a guardare, perché guardiamo in modo superficiale, approssimativo e incapace di generosità e precisione. La terza è di politica culturale. Abbiamo voluto Magritte, abbiamo scelto Monet e desideriamo l'anno prossimo Cezanne. Il tema è sempre lo stesso: ripensare il nostro rapporto con la natura, il paesaggio e l'identità dei luoghi".

Lo ha detto l'assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory intervenendo questa mattina alla presentazione della mostra Monet – il tempo delle ninfee in programma a Palazzo Reale da domani, 30 aprile, al 27 settembre.

Grazie al più grande prestito mai concesso all'estero dal Museo Marmottan Monet, la mostra si sviluppa intorno a 20 grandi e grandissime tele che il padre dell'impressionismo ha dedicato allo studio delle ninfee nel suo giardino giapponese di Giverny.

Nel 1890 Claude Monet acquista la casa e il giardino di Giverny, lungo la Senna, a nord di Parigi. Fino ad allora aveva condotto un'esistenza da nomade, alla ricerca dei mutamenti della luce, dalla Normandia all'Italia, dall'Inghilterra alla Norvegia.

Quando acquista la casa di Giverny, Monet è a metà della sua vita. In questa casa vivrà il resto della sua lunga vita, cercando senza sosta di realizzare quella che considera ormai la fonte di ispirazione più importante per la sua arte: il suo giardino. Accanto al giardino francese, con i fiori che ha piantato in un primo tempo, egli costruirà quello giapponese: qui, in uno stagno circondato da salici, fioriranno le più diverse specie di ninfee.

Proprio a questi trent'anni della sua vita, al "tempo delle ninfee", è interamente dedicata la mostra allestita nelle sale nobili di Palazzo Reale.

Il cuore del percorso espositivo è costituito da 20 capolavori di Monet, mai usciti in questa quantità e qualità dal Museo Marmottan: venti grandi tele dipinte tra il 1887 e il 1923, che ci restituiscono il percorso che lo ha portato a cercare di trasferire, dal suo giardino alla sua arte, i salici piangenti, le ninfee, i ponti giapponesi, le rose e gli iris che lo popolano.

Realizzate nei primi due decenni del secolo, mentre si affermavano il Cubismo e le avanguardie, le ninfee di Monet sono l'atto potente di un genio artistico che va oltre il proprio tempo e che dalla lontana invenzione della pittura en plein air oltrepassa tutta la cultura successiva superando di un sol colpo la pittura da cavalletto per addentrarsi in nuovi paesaggi astratti che insegneranno a tutto il Novecento un nuovo modo di vedere la natura. Le ninfee sono infatti il punto di arrivo di un'utopia progettata e realizzata nell'ultima stagione della vita, di un'idea totalizzante di rifondazione della pittura che, partendo dai colori vivi e dai paesaggi senza orizzonte delle stampe giapponesi, si porrà come uno dei grandi contributi alla pittura moderna, non inferiore, come affermerà Picasso nel 1944, alla linea tracciata da Cézanne e dal Cubismo.

L'arte giapponese ha avuto un ruolo determinante nella vita e nella ricerca artistica di Monet: in mostra sono esposte, a rotazione per ragioni conservative, 52 stampe di Hokusai e Hiroshige, provenienti dal Museo Guimet di Parigi.
Monet non è il solo pittore ad essere influenzato dalle produzioni giapponesi che ormai circolavano in Europa, ma è sicuramente il maggiore collezionista con 276 stampe nella tradizione ukiyo-e. Il suo maggiore interesse è la lettura del paesaggio e della natura attraverso un loro frammento e la serialità delle vedute, in particolare quelle del Monte Fuji e dei fiori di Hokusai, così come quelle delle acque e dei ponti di Hiroshige.
Il confronto tra l'idea di paesaggio nell'arte giapponese e le opere di Monet è infine completato dall'esposizione di una serie di preziose fotografie dell'Ottocento, dipinte a mano, di giardini giapponesi.

"A corredo della mostra – spiega Finazzer Flory – sono previsti eventi paralleli che intrecciano musica e poesia del tempo impressionista per trasformare Palazzo Reale in un giardino in cui si possano sentire musiche di Debussy e Ravel, la poesia di Baudelaire, Rimbaud e Verlaine. E siccome uno dei temi fondamentali dell'Expo è l'acqua, con questa esposizione abbiamo voluto dare una risposta estetica, simbolica e quindi politica al senso che l'acqua riveste per l'uomo".

La mostra, promossa dal Comune sotto l'alto patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio del Ministero degli Esteri, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Consolato Generale del Giappone a Milano, ha il privilegio di promuovere un'inedita collaborazione tra due grandi istituzioni francesi come il Museo Marmottan Monet, che fu creato alla morte del Maestro da eredi e amici e custodisce la più vasta e importante collezione al mondo della sua opera, e il Museo Guimet, il più grande museo d'arte orientale in Europa.

Ideata e curata da Claudia Zevi & Partners, l'esposizione si avvale di importanti contributi: da quello di Michel Draguet, che ha studiato a lungo la trasformazione della pittura di Monet negli anni in cui si è dedicato alla costruzione del suo giardino, a quello di Marco Fagioli, uno dei maggiori esperti del "giapponismo" nelle arti figurative europee alla fine dell'Ottocento e massimo conoscitore della fotografia giapponese della seconda metà del XIX secolo, di cui la mostra presenterà diversi e rari esempi, a quello di Hélène Bayou, direttrice del dipartimento giapponese del Museo Guimet.

La mostra è prodotta da Palazzo Reale in collaborazione con Edison, Civita, 24 ORE Motta Cultura e Giunti Arte mostre musei, che ne pubblica anche il vasto catalogo, curato da Claudia Beltramo Ceppi con testi di Jacques Taddei, Hélène Bayou, Michel Draguet, Marco Fagioli e Delfina Rattazzi.




Monet
IL TEMPO DELLE NINFEE
Milano, Palazzo Reale
30 aprile – 27 settembre 2009

Orari
da martedì a domenica, dalle 9.30 alle 19.30
lunedì, dalle 14.30 alle 19.30
giovedì, dalle 9.30 alle 22.30
(la biglietteria chiude un'ora prima)

Biglietti
Intero 9 euro
Ridotto 7,5 euro per gruppi di almeno 15 persone, minori di 18 e maggiori di 65 anni, studenti fino a 26 anni, portatori di handicap, Forze dell'ordine non in servizio, insegnanti, titolari di coupon e convenzioni, possessori di CartaViaggio Trenitalia e del biglietto ferroviario Eurostar AV Italia con destinazione Milano, possessori Cartapiù Feltrinelli (con accompagnatore) e dipendenti Feltrinelli, possessori biglietto ingresso Orticola (valido solo nei giorni 8-9-10 maggio 2009)

Ridotto speciale 4,50 euro per gruppi scolastici di ogni ordine e grado, abbonati annuali e dipendenti ATM

Ingresso gratuito per minori di 6 anni, un accompagnatore per ogni gruppo, due accompagnatori per ogni gruppo scolastico, un accompagnatore per disabile, funzionari della Soprintendenza per i Beni Architettonici, giornalisti accreditati, soci ICOM

Prenotazione
Individuale 1,5 euro
gruppi (massimo 25 persone) 25 euro
gruppi scolastici (massimo 25 alunni) 10 euro

Audioguide
Singola 5 euro
Doppia 7 euro
Family (due adulti + 1/2/3 bambini fino a 12 anni) 10 euro

Visite guidate
Su prenotazione, per gruppi di massimo 25 persone
Scuole 60 euro
Gruppi 100 euro
Lingua straniera 120 euro
Le tariffe sono comprensive dell'uso dei sistemi di radiocuffie (microfono per la guida e auricolari per il gruppo), obbligatorio per i gruppi

Noleggio dei sistemi di radiocuffie per gruppi con guida propria 30 euro


Percorsi didattici
Per la scuola dell'infanzia, primo ciclo della scuola primaria e famiglie, è stato allestito il percorso "Fiori e colori nel giardino del pittore Monet" alla scoperta dei fiori e dei colori del giardino sognato e dipinto da Monet. A cura della Sezione Didattica di Palazzo Reale.
Costo: per classe (massimo 25 alunni) 13 euro
Gratuito per famiglie

Info e prenotazioni
tel. 02.860649 - FSP.GiovaniPalazzoRealeDidattica@comune.milano.it

Info e prenotazioni
www.mostramonet.it
servizi@civita.it tel. 199.199.111 - 02.4335.3522


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