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mercoledì 21 giugno 2017

Inaugura oggi la mostra BAGUTTA, IL PATRIMONIO RECUPERATO > Fondazione Pasquinelli, Milano > Fino al 14 luglio


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BAGUTTA
IL PATRIMONIO RECUPERATO

Mostra a cura di Daniela Volpi

22 giugno – 14 luglio 2017

Fondazione Pasquinelli
Corso Magenta 42, Milano

INAUGURAZIONE 21 GIUGNO 2017 ORE 18
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La Fondazione Pasquinelli ospita dal 22 giugno al 14 agosto, la mostra Bagutta, il patrimonio recuperato, esponendo una parte di quadri - nello specifico i celebri ritratti di Mario Vellani Marchi – esposti fino a poco tempo fa nella storica trattoria Bagutta, che dà il nome e a cui si lega indissolubilmente dal 1926 il primo e più 'vecchio' premio letterario italiano.

Fin dalla sua apertura, nel 1924, la trattoria Bagutta è stato uno dei luoghi preferiti dagli artisti milanesi; una scelta determinata dalla posizione centrale, dal cibo semplice a un costo contenuto e dalla bonomia innata del fondatore, il "sor Pepori", che vedeva di buon grado quel gruppetto di giovani squattrinati, ma indubbiamente non privi di talento.

Furono proprio quegli artisti che la notte di San Martino del 1926 ebbero l'idea di fondare, alla trattoria Bagutta il primo premio letterario italiano, dandogli proprio il nome del locale.
Fu così che nel corso degli anni, il premio acquistò importanza e valore grazie a giurie composte dai letterati più importanti della città – da Montale a Soldati solo per citarne due – e ad uno scrupoloso segretario quale fu Orio Vergani e poi suo figlio Guido che accolse l'eredità di suo padre quando scomparve nel 1960.

In tutti questi anni il premio si è ritagliato un posto importante nel panorama letterario italiano, rivelandosi anomalo e unico nel suo genere: un premio che non fa parlare di sé e non anticipa, come è uso comune, le candidature decise dalla giuria e che comunica il vincitore solo a verdetto avvenuto.

La Trattoria Bagutta non fu solo la sede del premio, ma prese le sembianze nel corso degli anni di una vera e propria galleria d'arte. Prese il via infatti la consuetudine di celebrare i più illustri avventori con un ritratto, affidandolo al talento e al tratto rapido e incisivo di Mario Vellani Marchi che li riproduceva nel retro dei menù. E quei ritratti, in artistico disordine, venivano lasciati all'oste, che provvedeva ad appenderli in file serrate dal soffitto al pavimento, come in una quadreria dei secoli andati. Col tempo, poi, sulle pareti di via Bagutta si sono accumulate altre opere, che tanti altri artisti, prevalentemente milanesi, hanno voluto donare al locale.

L'anno scorso però la trattoria è fallita; e mentre il premio, che gode di ottima salute sotto la guida della presidente Isabella Bossi Fedrigotti e del segretario Andrea Kerbaker, ha continuato a operare autonomamente, le opere d'arte hanno perso la loro casa e sono state ingloriosamente mandate all'asta giudiziaria conseguente alla disavventura finanziaria. Il resto della storia è noto a chi segue le vicende milanesi: una fiduciaria, composta da concittadini attenti all'arte e alla storia di Milano, ha voluto acquistare il blocco per rimetterlo a disposizione della città e, in attesa di trovare una collocazione degna a questo pezzo di storia milanese, la Fondazione Pasquinelli espone nei suoi spazi le opere più note - i ritratti di Vellani Marchi - rispettando e riproducendo nell'allestimento quel disordine che i milanesi, nei 90 anni di frequentazione della trattoria, avevano imparato ad apprezzare. 
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domenica 6 dicembre 2015

Mostra sui costumi della Callas alla Fondazione Pasquinelli di Milano. Inaugurazione 9 dicembre ore 18.30

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Un dì, felice, eterea. L’opera si veste di nuovo

Dal 10 al 23 dicembre Accademia Teatro alla Scala e Fondazione Pasquinelli insieme per celebrare il mito di Maria Callas.

Grazie al sostegno della Fondazione Pasquinelli la celeberrima Traviata di Luchino Visconti interpretata da Maria Callas rivive negli spazi aperti al pubblico di Corso Magenta 42.

Inaugura mercoledì 9 dicembre alle 18.30 presso la Fondazione Pasquinelli la mostra Un dì, felice, eterea. L’opera si veste di nuovo dedicata alla “divina” Maria Callas e al poliedrico regista milanese Luchino Visconti, attraverso la ricostruzione di due costumi disegnati da Lila de Nobili per La Traviata che andò in scena al Teatro alla Scala nel 1955.

La mostra rappresenta l’occasione per festeggiare un anno dall’inizio di un importante sodalizio tutto milanese tra la Fondazione Pasquinelli e l’Accademia Teatro alla Scala; la Fondazione infatti promuove un progetto triennale, in linea con il suo costante impegno verso i giovani, chiamato "Un patrimonio da tramandare - "A Scuola di Scala" destinato a sostenere alcuni dei corsi di palcoscenico dell’Accademia scaligera, corsi che si fondano sulla trasmissione del sapere artigianale e dell’abilità manuale, con una metodologia che, come nella bottega rinascimentale, privilegia il contatto diretto del maestro con l’allievo in un percorso di costante apprendimento quotidiano.

All’interno di questa tradizione di altissimo artigianato, il corso per sarti dello spettacolo, nato nel 1997 per volontà di Cinzia Rosselli, responsabile del Reparto sartoria del Teatro alla Scala e ancora oggi coordinatore tecnico del corso, permette di acquisire competenze specifiche per la realizzazione di abiti di scena attraverso un programma che abbraccia tutte le fasi di lavorazione del costume, dalla preparazione e confezione alla manutenzione e conservazione.

Nell’ambito del piano didattico, è nato il progetto di ricostruzione dei costumi disegnati dalla de Nobili, andati irrimediabilmente perduti in circostanze ancora oggi non chiarite. Gli allievi hanno compiuto un lavoro filologicamente accurato e corretto, attingendo sia alla documentazione fotografica dello spettacolo scaligero sia alla testimonianza della nipote del regista, Cristina Gastel Chiarelli. 


Sotto la supervisione dei docenti, fra cui si annoverano oltre a Cinzia Rosselli, Rita Citterio, responsabile del Magazzino Costumi del Teatro alla Scala ed esperta di tecniche di elaborazione costumi, Sabina Rostri, tagliatrice di costume storico-teatrale, Patrizia D’Anzuoni, responsabile del Reparto Sartoria Vestizione del Teatro alla Scala ed esperta di tecniche di elaborazione costumi, Maria Chiara Donato, esperta di costume storico teatrale e Pasqualina Inserra, docente di tecniche sartoriali, gli allievi hanno lavorato alle diverse fasi della creazione, dalla realizzazione dei prototipi in tela fino alla confezione e decorazione. 

Ciò è stato possibile anche grazie al contributo dell’azienda Taroni di Como e della Fondazione Lisio di Firenze, che hanno donato i tessuti, in raso di seta duchesse. La Fondazione fiorentina, in particolare, ha donato il tessuto damascato utilizzato per il costume nero, ricreando appositamente per il progetto il motivo del disegno originale.

La mostra offrirà al pubblico l’occasione di rivivere l’opera viscontiana attraverso le immagini storiche firmate da Erio Piccagliani, gentilmente concesse dall’Archivio Fotografico del Teatro alla Scala. Inoltre si potranno ripercorrere le fasi di lavorazione dei costumi attraverso le immagini realizzate da Siria Chiesa, ex allieva del Corso per fotografi di scena dell’Accademia.

Per la Fondazione Pasquinelli questa esposizione è anche l’unione tra due attività centrali della sua natura: da un lato la musica perseguita attraverso il presidio lombardo del Sistema delle Orchestre e dei Cori Giovanili voluto dal Maestro Claudio Abbado, dall’altro l’attività espositiva che ha già dato luogo a più mostre d’arte molto apprezzate dal pubblico.


Esposizione: 10 - 23 dicembre 2015
Apertura gratuita al pubblico:
dal lunedì al venerdì 9.30-12.30; 14.30-18.30
Inaugurazione mercoledì 9 dicembre ore 18.30
Fondazione Pasquinelli, Corso Magenta 42, Milano

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